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E il Papa abbraccia la famiglia insultata: "Io soffro per voi"

Casal Bruciato, denunciato chi protesta per l'assegnazione ai rom: «Alla fine restiamo»

E il Papa abbraccia la famiglia insultata: "Io soffro per voi"

Casal Bruciato, quarto giorno di proteste. Mentre il Papa incontra i rom, arrivano le prime denunce per minacce e istigazione all'odio razziale. E la famiglia Omerovic si reca a cena dal Pontefice. «Ci sono cittadini di seconda classe, sono coloro che scartano la gente affibbiando aggettivi e vivono scartando con la scopa in mano». Parole dure quelle di Papa Francesco pronunciate ieri durante l'incontro di preghiera in Vaticano con 500 rom e sinti. Il riferimento alla famiglia assegnataria dell'alloggio popolare di via Sebastiano Satta è chiaro. «Mi fa arrabbiare che ci siamo abituati a parlare della gente con gli aggettivi -dice il Pontefice- e questo distrugge perché non lascia spazio alla persona». «Il problema è la distanza tra mente e cuore - continua il Santo Padre -. In Italia ci sono organizzazioni maestre di vendetta. Un gruppo di persone capace di vivere nell'omertà è un gruppo delinquente, non chi vuole lavorare. Voi andate avanti con dignità e lavoro. Quando leggo sul giornale qualcosa di brutto soffro perché questo non è civiltà, l'amore è civiltà».

In serata il Papa ha ricevuto, in un incontro privato a San Giovanni, la famiglia rom da giorni sotto attacco dei residenti che la vogliono mandar via. E la polizia, la Digos, ha concluso le indagini per identificare gli autori delle frasi d'odio urlate alla donna con il bambino della famiglia Omerovic mentre rientrava in casa da un incontro in Campidoglio. Il primo a esser denunciato è Fabrizio Montanini di Casapound Italia e responsabile del Coordinamento di Quartiere. «Mi hanno accusato di resistenza alla forza pubblica - spiega Montanini - e tutto perché ho cercato di difendere alcune donne dalla ressa con la polizia in tenuta antisommossa. Ho alzato le braccia, nei video si vede benissimo e gliel'ho anche urlato, ma quelli niente, mi hanno portato in Questura». Sull'informativa presentata in Procura la Digos avrebbe individuato l'uomo che ha urlato la frase choc «Ti stupro» e che compare nei video pubblicati in rete, si chiama Daniele C. L'uomo nega di appartenere a Casapound e di aver detto quelle parole. «Ti sputo» per alcuni, «Fai schifo» per altri.

Al vaglio degli inquirenti e degli esperti della scientifica i video con gli Omerovic che rientrano sotto scorta attaccati dai manifestanti. «Abbiamo passato un'altra notte di terrore - spiegano al Giornale Imer e Senada Omerovic -. Non sappiamo quanto tempo potremo andare avanti così. Ma resistiamo, non vogliamo andarcene da questa casa. L'abbiamo avuta con un'assegnazione regolare, abbiamo fatto domanda al Comune nel 2017, siamo stati in graduatoria con un punteggio alto. Abbiamo 12 figli, nati in Italia e vissuti sempre qui. Il primo ha 21 anni, l'ultima due. Adesso cosa facciamo? Non possiamo iscriverli in una scuola se nel quartiere non ci vogliono». Imer si arrangia per mandare avanti la baracca: il mercatino il sabato a Primavalle con la roba presa dai cassonetti. Poi compra e vende auto usate. I figli piccoli ora sono da una cugina nel vecchio campo de La Barbuta, a Ciampino. Un'area da smantellare con le famiglie da ricollocare. È il problema dell'amministrazione Raggi: a oltre un mese dalle prime sommosse popolari di Torre Maura, Casalbruciato e Casalotti, non ha un piano alternativo alle assegnazioni. Ricollocamenti e integrazioni si scontrano, in tutti i sensi, con il malessere delle periferie romane. Il vicepremier Luigi Di Maio, intanto, aggiusta il tiro sulle parole pronunciate nei confronti della sindaca Raggi. «Non sono irritato. Quando si minaccia una donna di stupro, si costringono i bambini in casa perché hanno un alloggio per legge, è giusto dare la massima solidarietà».

E il Campidoglio stavolta tiene duro sull'assegnazione contestata.

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