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E Trump twitta anche in farsi: "Popolo iraniano, sono con voi"

Il presidente Usa cerca la sponda dei manifestanti E fa il record di like per un messaggio in persiano

E Trump  twitta anche in farsi: "Popolo iraniano, sono con voi"

New York Donald Trump rilancia la sfida all'Iran cercando una sponda nelle nuove proteste e riscuotendo un successo storico con il tweet in lingua farsi con cui si rivolge al popolo della Repubblica Islamica. Sabato migliaia di persone sono scese in piazza a Teheran urlando la propria rabbia dopo l'ammissione di responsabilità del governo sull'incidente costato la vita a 176 persone, e attaccando l'ayatollah Ali Khamenei con slogan come «comandante supremo, dimettiti». In serata, il presidente americano ha inviato un messaggio non solo in inglese, ma anche in farsi, di sostegno ai manifestanti sul sito di microblogging. «Al popolo iraniano coraggioso e a lungo martoriato: sono stato con voi sin dall'inizio della mia presidenza e la mia amministrazione continuerà a stare con voi. Stiamo seguendo da vicino le proteste e siamo ispirati dal vostro coraggio», ha scritto il tycoon.

Il cinguettio dopo solo un'ora aveva già ricevuto 100mila like, poi diventati oltre 300mila. E secondo Saeed Ghasseminejad del think thank con sede a Washington «Foundation for Defence of Democracies», è il tweet in persiano che ha ricevuto più like nella storia del social media. «È una forte dimostrazione di sostegno da parte degli iraniani alla politica di Trump sul paese», ha spiegato. Il Commander in Chief nelle ore successive ha inviato altri messaggi al governo di Teheran, affermando che «deve consentire ai gruppi per i diritti umani di monitorare e riportare i fatti sulle proteste in corso del popolo»: «Non ci può essere un altro massacro di manifestanti pacifici né il blocco di internet. Il mondo sta guardando». Poi, ieri mattina, ha lanciato un nuovo avvertimento. «Ai leader dell'Iran: non uccidete i manifestanti - ha scritto -. Ne avete già uccisi o imprigionati migliaia e il mondo sta guardando. Cosa più importante, gli Usa stanno guardando. Ripristinate internet e lasciate che i reporter girino liberamente. Basta uccidere il vostro grande popolo!». Sulle proteste contro il regime è intervenuto anche il segretario di stato Usa Mike Pompeo, affermando che «la voce del popolo iraniano è chiara, è stufo delle bugie del regime, della corruzione, dell'inettitudine e della brutalità del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche sotto la cleptocrazia di Khamenei». «Stiamo con il popolo iraniano che merita un futuro migliore», ha aggiunto. La questione dell'ammissione (peraltro tardiva) di responsabilità di Teheran sull'aereo abbattuto arriva in un momento cruciale dopo l'escalation di tensioni seguita al raid americano in cui è stato ucciso il generale Qassem Soleimani, e Washington ha immediatamente cavalcato la situazione per attaccare la leadership del paese.

E non manca chi ritiene che Trump potrebbe ora far leva sul grave passo falso della Repubblica Islamica per fare nuove pressioni per un cambio di regime.

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