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Vendola provoca con la mozione pro Palestina

Sel tira dritto sul riconoscimento dello Stato palestinese, nonostante il clima teso per gli attentati di questi giuorni. Fi e Ncd protestano

Vendola provoca con la mozione pro Palestina

Roma - È scontro sulla mozione per il riconoscimento dello Stato della Palestina presentata da Sinistra ecologia e libertà, il partito di Nichi Vendola. La discussione sulla mozione in aula alla Camera è stata fissata per venerdì 16 dalla capigruppo e dovrebbe poi proseguire e concludersi il 23. Ma Forza Italia e Nuovo centrodestra ritengono sia necessario congelare la mozione e rinviarla mentre Sel non intende fare marcia indietro ritenendo che quanto è accaduto a Parigi non riguarda la discussione sulla mozione per la Palestina e non deve condizionarla. Il Pd, in manifesta difficoltà sia per la delicatezza della questione sia perché un pezzo della maggioranza (Ncd) protesta, come di consueto prima si divide e poi fa il pesce in barile cercando una posizione di compromesso. Se si rimanda è perché occorre che prima il premier Matteo Renzi intervenga alle Camere sulle questioni di politica estera e sicurezza nazionale non perché Fi e Ncd lo chiedono.

Il primo a chiedere il rinvio della mozione è il capogruppo di Fi, Renato Brunetta che chiede a Renzi di intervenire alla Camera per «un momento di discussione e di approfondimento sulla politica estera italiana ed europea», augurandosi che la capigruppo e la presidente di Montecitorio Laura Boldrini abbiano, «la sensibilità istituzionale e politica di rivedere la decisione presa ieri sulla mozione sullo Stato di Palestina». Sempre da Fi si leva pure la voce di Mariastella Gelmini che ritiene «sarebbe un grave errore della Camera e della sua presidente procedere all'esame della mozione presentata dal Sel sulla Palestina mentre la Francia ed il mondo sono ancora sotto choc per l'esplosione di una brutalità primitiva contro ogni valore di umanità».

Dura anche la presa di posizione di Nunzia De Girolamo, presidente dei deputati Ncd, che invita tutti gli schieramenti politici «a non guardare soltanto al proprio ombelico mossi da pregiudizi ideologici» e dunque a rinviare la discussione sulla Palestina. E dentro Ncd sono dello stesso parere sia Fabrizio Cicchitto sia Dorina Bianchi.

Ma Sel non arretra e anzi replica con sarcasmo. «Finalmente la destra si ricompatta: tutti contro l'iniziativa promossa da Sel - attacca Arturo Scotto, capogruppo Sel a Montecitorio - Come se fosse un argomento tabù dopo che negli ultimi tre mesi le assemblee parlamentari di Inghilterra, Francia, Spagna, Svezia e altri paesi hanno votato mozioni uguali a quella presentata da noi». Certamente non a ridosso di un evento straordinariamente tragico come quello di Parigi ma evidentemente questo per Sel non conta. «Nessuno si permetta di porre questioni di opportunità rispetto alla tragedia francese. Non c'entra nulla. La destra chiede il rinvio? Se lo scordi», conclude Scotto.

Sulla stessa linea di Sel la piddina Marietta Tidei che ritiene sia «proprio questo il momento per discutere in Parlamento di Palestina». Per la Tidei non è opportuno rinviare «perché il riconoscimento dello Stato di Palestina è una priorità tra tutti i nodi irrisolti che riguardano il Medio Oriente». Per Dario Ginefra, sempre Pd, l'eventuale rinvio della discussione sulla Palestina non va in alcun modo collegato «ai fatti di Parigi». Per Lia Quartapelle sarebbe meglio affrontare la discussione sullo Stato della Palestina «dopo un ampio dibattito sulla politica estera che i fatti di Parigi rendono urgente».

La Quartapelle chiede al premier Renzi di «riferire alle Camere le strategie che l'Italia vuole darsi sullo scenario internazionale, all'indomani della conclusione del semestre europeo e delle vicende drammatiche relative al terrorismo».

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