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Ebola non si ferma, picco a dicembre

L'Oms prevede che si arrivi a 10.000 casi a settimana. Psicosi: il dominio «ebola.com» venduto per 150mila dollari

Ebola non si ferma, picco a dicembre

Il picco dell'epidemia di ebola, che secondo più aggiornati calcoli ha già fatto circa 4.500 vittime su poco meno di novemila casi di contagio accertati, dovrebbe essere raggiunto nella prima settimana di dicembre. Sono queste le conclusioni cui è giunta l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che per l'ultimo mese dell'anno prevede che ogni settimana si registreranno nell'Africa Occidentale tra i cinquemila e i diecimila nuovi casi della malattia di febbre emorragica che tanto sta preoccupando il mondo per il suo impressionante tasso di mortalità, che secondo Oms potrebbe arrivare al 70 per cento.

Attualmente il rischio di una diffusione preoccupante di ebola in Europa è relativamente modesto. Secondo Gianni Rezza, Capo dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di Sanità, «in Europa si è in grado di controllare l'infezione con una certa facilità. Il problema è che se nel contesto africano l'epidemia dovesse continuare a perdurare per molto tempo e se si espandesse ad altri Paesi che non sono colpiti o che l'hanno contenuta bene, come Nigeria e Senegal, certamente il quadro muterebbe. Perchè noi - conclude - abbiamo molti più scambi con altri Paesi africani di quanti non ne abbiamo con Sierra Leone, Guinea e Liberia. Per quanto il nostro contesto sia completamente diverso, il sistema verrebbe messo sotto stress».

Come che stiano le cose, in Europa c'è molta apprensione, come pure negli Stati Uniti dove i repubblicani hanno proposto addirittura l'istituzione di un «superministro» ad hoc per affrontare l'emergenza. Ma negli Usa c'è anche chi specula sull'angoscia, come il «mercante di domini» Jon Schultz che ha venduto «ebola.com» di cui era in possesso per ben 150mila dollari.

Ieri in Germania si è registrato il primo morto, un medico sudanese deceduto in un ospedale di Lipsia: era stato a contatto coi malati in Africa. E proprio ieri l'Associazione imprenditoriale afro-tedesca ha annunciato il ritiro di tutte le imprese della Germania da Sierra Leone, Liberia e Guinea. Il caso tedesco si aggiunge a quello sospetto dichiarato in Belgio e al contagio conclamato dell'infermiera spagnola, tuttora in cura a Madrid.

E in Italia? Dopo gli innumerevoli casi denuncati e per fortuna rivelatisi infondati, ieri si è vissuto un altro momento di grande paura a bordo di un aereo. Un volo della Turkish Airlines decollato da Istanbul e diretto a Pisa è atterrato a Fiumicino con la procedura di emergenza richiesta dal comandante dopo il malore di due passeggeri, una donna e la figlia di 4 anni. Sono scattate le procedure per l'emergenza Ebola: l'aereo è stato parcheggiato in un'area decentrata e le due presunte malate sono state trasferite con un'apposita ambulanza all'ospedale romano Spallanzani, dove si accertato che non avevano il temuto virus.

Per tutti gli altri passeggeri non è scattata la quarantena, ma sono stati invitati a compilare dei moduli con le proprie generalità per qualunque evenienza.

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