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Ebrei, critiche ai vertici: "Troppo pro governo"

Ebrei, critiche ai vertici: "Troppo pro governo"

Milano - «L'Ucei ha il dovere preciso di astenersi da prese di posizione sul dibattito dei partiti e sulla formazione delle maggioranze parlamentari». Suona come un richiamo grave e severo la lettera indirizzata all'Ucei e firmata - ad ora - da una sessantina di intellettuali e personalità di peso dell'ebraismo. Ai vertici dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, e in particolare alla presidente Noemi Di Segni, i firmatari rimproverano le prese di posizione sulla crisi di governo e sulla sua soluzione. «L'Ucei - si legge - è l'organo rappresentativo di tutto l'ebraismo italiano. Deve quindi rispettare questa pluralità ed evitare di porsi sul terreno dei partiti e dei movimenti che li affiancano. Se lo fa, come è accaduto con ogni evidenza nei giorni scorsi, tradisce la sua missione». Sotto, nomi importanti: i presidenti emeriti della Comunità di Milano Raffaele Besso e Walker Meghnagi, l'ex assessore alla Cultura Davide Romano, l'editore Guido Guastalla, ex vicepresidente a Livorno, e tanti altri: intellettuali, imprenditori, figure di rilievo nelle comunità, fra cui Ugo Volli, Vittorio Robiati Bendaud, Maurizio Salom, Emanuele Segre Amar, Debora Fait.

Cosa contestano alla Di Segni? Un atteggiamento troppo benevolo nei confronti del nascente esecutivo, e non solo. Le voci parlano di vera a propria «esasperazione» per le uscite degli ultimi mesi, giudicate troppo schierate. «Niente di male a dare il benvenuto al governo - spiega poi uno dei firmatari, Romano - ma senza cancellare le criticità». E cita Luigi Di Maio agli Esteri e «il silenzio sul ministro Lorenzo Fioramonti» e sulle sue posizioni negative su Israele. «Non porre la questione dell'antisionismo al nuovo governo significa voltare le spalle ai nostri fratelli israeliani».

«Chiudere gli occhi di fronte a tutto questo non è ebraico».

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