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Ecco chi si nasconde dietro ai tweet di Renzi

Il collaboratore Franco Bellacci confessa di avere le password del premier: "Sul gol della Roma ho digitato per sbaglio". Ma c'è il precedente del selfie ritirato a ottobre

Ecco chi si nasconde dietro ai tweet di Renzi

Palla dentro o fuori dalla linea di porta. Le polemiche per il gol contestato della Roma a Udine irrompono sulla scena politica, grazie al giallo del tweet partito dal profilo del premier Matteo Renzi. Messaggio che ha obbligato Franco Bellacci, storico collaboratore del presidente del Consiglio, a uscire allo scoperto e spiegare in una intervista a Repubblica l'origine dell'errore. In questo modo, però, Bellacci ha dovuto ammettere che gestisce l'account insieme a Renzi.

Il messaggio è stato inviato in risposta all’ex portavoce del presidente del Consiglio ma cancellato dopo pochi minuti. Giusto il tempo, però, di innescare le polemiche sull’opportunità dello stesso tweet oltre che, ovviamente, sul merito. "Parlare di furto è stravolgimento della realtà", è il testo del messaggio indirizzato a Marco Agnoletti che "provocava" alcuni tifosi della Roma sulla partita in corso con l’Udinese: "Almeno stavolta vedete di far fruttare 3 punti il vostro furto", aveva twittato Agnoletti facendo riferimento al gol di Astori. Il tweet rimbalza fino a quando scompare dal profilo di Renzi, ma è tardi per sedare le polemiche.

Lo staff di Palazzo Chigi è prontamente corso ai ripari. "Il messaggio sulla partita Udinese-Roma comparso sul profilo twitter del premier è in realtà di Franco Bellacci, suo collaboratore storico, che aveva davanti l’account aperto dal premier", precisano fonti vicine al premier che definiscono l’episodio "una banale svista". Una giustificazione che non convince Carlo Sibilia. Il deputato del M5S e membro del direttorio cinquestelle replica con toni ironici: "Il profilo twitter di Renzi in mano ad un collaboratore che le spara a caso su una partita di calcio e risponde al posto suo. Certo, ad un presidente del Consiglio succede spesso. Però Renzi ha fatto un errore quando ha provato a giustificarsi: il suo collaboratore che ha scritto il tweet non si chiama Bellacci ma Denis Verdini. È lo stesso che ha inserito la norma salva-Berlusconi in Consiglio dei ministri...".

Oggi Bellacci ha spiegato a Repubblica la svista di ieri. "Io sul mio telefono ho due profili Twitter, il mio e quello di Matteo - ha detto - ho la password di Matteo, monitoro i tweet [...] scorro i tweet, do un'occhiata [...] però non twitto mai dall'account di Matteo, monitoro e basta". Una svista, insomma. Niente di più. A suo dire. "Molto banalmente - ha insistito - avevo in mano l'iPhone e ho scritto un tweet pensando di essere sul mio profilo. Con l'iPhone capita...". E ha concluso: "Quando ho visto quel commento sul goal della Roma, Marco Agnoletti (juventino sfegatato, ndr) che scriveva 'Almeno stavolta vedete di far fruttare 3 punti il vostro furto' parlando del goal di Astori, io che sono per il Toro, sempre e comunque anti-juventino, non ho resistito e ho risposto che parlare di furto voleva dire stravolgere la realtà. Solo che non mi sono accorto con quale account stavo scrivendo!".

Questa "banale svista", però, fa tornare alla mente il precedente del selfie ritirato a ottobre.

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