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Ecco i 14 progetti su cui si è incagliato il governo

Risale a due anni fa il piano per il transito delle grandi imbarcazioni. Ma nulla è stato deciso

Ecco i 14 progetti su cui si è incagliato il governo

Venezia È dal 2012 che Venezia aspetta. Da quando quel 13 gennaio la Costa Concordia naufragò all'Isola del Giglio. Ed è dal 2012 che Venezia vive perennemente in deroga. Dopo quel decreto approvato dal Governo Monti, il decreto Clini-Passera, che imponeva il limite a quarantamila tonnellate per le navi nel bacino del canale della Giudecca, sospeso fino a che non si fosse trovata una soluzione. Ma nessuna soluzione è stata trovata. Cosa è cambiato? Nulla. Nada. Tutto in rada appunto. Da sette anni si giace nell'attesa che qualcuno decida, che si faccia qualcosa. Le immagini, il video di quel colosso alto come palazzi fa il giro del mondo. E così si torna a parlare di Grandi Navi. I comitati insorgono. Le polemiche si accendono. La questione delle navi da crociera nel bacino della Giudecca interessa tutto il mondo. Brugnaro e Zaia chiamano a rispondere Toninelli.

I Cinque Stelle accusano la Lega, la Lega risponde. Tutto è un rimpallo, e intanto si studiano le soluzioni più praticabili. Già dal 2012 era pronto quel decreto condiviso dalle compagnie delle navi da crociera e dalle amministrazioni locali. Ma di quel decreto non se ne fece nulla. Nel 2017 poi il Comitatone, il comitato interministeriale a cui siedono i ministeri, il Comune di Venezia e la Regione, presentò alcune proposte. Tra queste c'è anche quella di far passare le navi attraverso il Canale Vittorio Emanuele che collega Venezia centro storico e Porto Marghera, un canale che già esiste, scavato nel 1925, inaugurato dal Re, che consentiva alle navi di raggiungere direttamente Porto Marghera, entrando in laguna dal Porto di Lido San Nicolò e che avrebbe bisogno soltanto di manutenzione. Una soluzione questa preferita dal sindaco Luigi Brugnaro ma fonti interne agli ambienti portuali spiegano al Giornale che questa soluzione sembra non piacere tanto al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. E quindi ora giace un dossier di 14 soluzioni. Più un focus su tre come richiesto dal ministro. Insomma in sostanza il Comitatone aveva proposto tre soluzioni: che le navi piccole continuassero a passare nel Canale della Giudecca, entrando dalla Bocca di Lido. Come succede ora. La laguna infatti ha tre bocche di porto: Lido a nord, Malamocco in centro e quella di Chioggia. Poi che le navi medie entrassero dalla bocca di Malamocco e andassero in stazione Marittima percorrendo il Vittorio Emanuele e che le grandi vadano in una nuova stazione marittima a Porto Marghera nel Canale Nord sponda nord, in una zona dismessa che dovrebbe essere adattata a terminal marittimo. Queste le ipotesi almeno fino a novembre 2017, ma poi, poi a marzo 2018 cambia il Governo e «ciaone». Il governo sembra non essere d'accordo e chiede un approfondimento. Ne risulta un dossier di 14 possibili soluzioni e quindi: che rimanga tutto com'è con la stazione Marittima esistente, stazione Marittima ma con il limite di 96 tonnellate, un nuovo terminal al Lido, l'area Montesyndial nel canale industriale ovest di Porto Marghera, il Terminal traghetti Ro Ro di Fusina, il Molo Sali, canale Nord a Marghera, Dogaletto, Porto San Leonardo, avamporto Lido o variante, Chioggia Porto Vecchio o variante Val da Rio e Malamocco ex cantiere Mose. Alla fine il Ministero ha detto: focalizziamoci su tre ipotesi.

Fuori laguna: la Bocca di Lido e quella di Malamocco e dentro la laguna Chioggia. Ok bene, ma tra tutte, Chioggia?

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