Politica

Ecco i volti del potere delle donne

nostro inviato a LondraRitratti. Donne. Visi. E probabilmente visioni. Come disse una volta il fotografo Sebastiao Salgado, «la forza di un ritratto il saper cogliere il momento di una vita» e allora questo è il Calendario Pirelli 2016: il momento delle donne. E della loro vita. Donne diverse, perché così l'ha presentato Marco Tronchetti Provera: «Età, razze, provenienze: tutta la diversità che per la nostra azienda sono una forza». E donne, tredici, in bianco e nero, immortalate da quella è le regina dei ritratti, ovvero Annie Leibovitz. La fotografa che più forse di ogni altra (e altro) riesce a cogliere quello che c'è oltre lo sguardo. Tredici storie, un'introduzione più dodici mesi, raccolte in quello che è stato stampato come un libro,una sequenza di sorelle diverse «per far conoscere il potere di essere donna, il potere di esserlo in un momento assolutamente normale». Già, allora: niente nudi, tranne (quasi) uno. Niente modelle, anzi solo una Natalia Vodianova , ma c'è un perché. E niente Photoshop, giusto solo un pochino: «Queste donne dice la Leibovitz . dovevano venir fuori così come sono. Pirelli mi ha chiesto di cambiare l'immagine del calendario. Lo ho ascoltati e poi li ho messi fuori dalla porta».E allora, in uno studio di New York, in sequenza: Yao Chen, l'introduzione, attrice cinese che 5 anni fa ha aperto un microblog su weibo (l'internet locale) e che oggi ha 70 milioni di follower. «Quando Annie mi ha chiamato ha spiegato nel suo incantevole mandarino mi sono detta: perché proprio io? Non sono così sexy... Poi mio marito, anche lui fotografo, mi ha lanciata: È un mito: anche se ti riprende nuda non mi importa. E invece c'era molto di più». Natalia Vodianova, gennaio, che rimasta senza padre ha aiutato la madre, cresciuto la sorella disabile e che ora si impegna a far costruire parchi giochi accessibili a tutti, spronando governi e istituzioni fondazione. Kathleen Kennedy, febbraio, produttrice e presidente di Lucasfilm che come primo progetto del suo nuovo incarico ha deciso la rinascita di Star Wars. Agnes Gund con la nipote Sadie, marzo, ovvero il presente e futuro del collezionismo e del mecenatismo dell'arte mondiale, la donna (e nonna) che ha chiamato i suoi cani Giotto e Branzino in omaggio all'Italia: «Un'esperienza pazzesca: anche sono più giovane di Yoko Ono mi sento molto più vecchia». Serena Williams, aprile, di schiena poiché «su di lei avevo fatto uno studio del suo corpo particolare dice la Leibovitz e finalmente l'ho portato a termine». Fran Leibowitz, maggio, commentatrice sociale a New York, cioè praticamente l'icona di una città. Mellody Hobson, giugno, presidente di una società di gestione di fondi a Chicago dopo essere stata l'ultima di sei fratelli di una famiglia di colore tutt'altro che benestante. Ava Duvernay, luglio, regista afroa-americana indipendente e diventata star di Hollywood grazie a Selma, il film sulla campagna di Martin Luther King per i diritti dei neri americani. Tavi Gevinson, agosto, brillante (un po' meno sui tacchi) blogger talmente giovane da aver cominciato a lavorare a 12 anni (ora ne ha 19) e da aver fondato un giornale a 15. Shirin Neshat, settembre, visual artist iraniana vissuta in America che ha immortalato le donne del suo Pease professandosi musulmana laica. Yoko Ono, ottobre, e chi non la conosce? Così chi non conosce Patti Smith, novembre, più che una cantante una leggenda, amante del rock e della musica classica. E infine Amy Schumer, dicembre, e qui sta il quasi nudo: attrice di comedy americane, femminista un po' oversize. «E non le ho detto nulla fino a quando è venuta sul set. Mi ha risposto: grande, io amo il mio corpo!».Donne, insomma. Ultimo pezzo di una lunga storia di Cal che Pirelli oltre alla tiratura illimitata ha messo anche su internet (www.pirellicalendar.com): lì si trova il passato e il presente, contenuti esclusivi e immagini indimenticabili. Visi e visioni, come quelli del Cal 2016, che qualcuno ha definito una sensualità cerebrale. E davvero: in fondo ne puoi cambiarne il volto.

Di sicuro non l'anima.

Commenti