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Ecco l'eredità del Pd: un miliardo di debiti per accogliere i minori

Faro dei giudici contabili: non coperti dai governi Renzi-Gentiloni i costi dei Comuni

Foto di repertorio
Foto di repertorio

È di circa un miliardo l'ammontare dei debiti da pagare ai Comuni per l'accoglienza dei minori non accompagnati lasciato dai governi Renzi e Gentiloni. Risulta dalla relazione 2015-2017 della Corte di conti. I magistrati contabili accendono un faro sull'aspetto finanziario dell'accoglienza: i due esecutivi a guida Pd, e di rimando i ministri dell'Interno allora in carica, ovvero Angelino Alfano e Marco Minniti, hanno lasciato debiti ai Comuni per la gestione dei minori, non conteggiando le cifre in surplus che queste realtà hanno impegnato per accoglienza, scuola e integrazione dei ragazzi.

Per capire, il ministero dell'Interno, nel corso del 2015, ha erogato 45 euro al giorno in media a minore ospitato nelle strutture adibite allo scopo. Cifra che nel triennio in questione ha raggiunto i 54 euro. Le amministrazioni comunali, però, hanno speso in media 80 euro al giorno.

Una spesa molto più alta di quella, sottolinea la Corte dei conti, rilevata per le strutture ex Sprar, gestite direttamente dal ministero dell'Interno e, quindi, più controllabili. Conferma che qualcosa nel sistema di accoglienza periferico non funzionava. Insomma, c'è persino chi avrebbe potuto approfittarsene. Questo ha generato un debito nei confronti dei Comuni di circa 242 milioni all'anno. Da quanto risulta dalla relazione, quindi, tenendo conto del periodo 2015-2017 e della cifra spesa nel 2018, equivalente alle precedenti, si arriva a 986.748 euro, derivanti dalle somme a debito a cui vanno aggiunti gli interessi. Tutto ciò ha generato, da parte dei municipi, la tendenza a togliere fondi ai servizi dedicati ai cittadini italiani, sulla scia del «modello Lucano», ma anche a cedere alle pressioni del Viminale, rifiutandosi di ospitare gli stranieri.

La Corte dei Conti nella relazione sottolinea che quei minori non accompagnati oggi sono quasi tutti maggiorenni. Lo si dice espressamente: «La maggior parte dei minori presenti in Italia al 31 dicembre 2017 ha un'età compresa tra i 15 e i 18 anni; si tratta di ben 17.074 minori su un totale di 18.303, per una percentuale pari ad oltre il 93 per cento del totale». E si prosegue: «È importante evidenziare come tali cifre si riferiscano ai soggetti censiti. Tuttavia è da considerare il rilievo quantitativo del fenomeno dei minori che si rendono irreperibili anche nelle fasi antecedenti alla presa in carico e alla identificazione da parte dell'autorità competente». A tal proposito è stata istituita e potenziata dall'attuale ministro Matteo Salvini, fino al 2020, un'apposita struttura di missione, che fa capo al Viminale, che si avvale di strumenti di controllo e supporto logistico per esaminare la gestione dei migranti minori e che è utile ad approfondire il rapporto amministrativo-contabile tra dare e avere sui territori comunali e Siproimi (ex Sprar).

Da un esame del numero dei minori non accompagnati, risulta che al 31 dicembre 2018 gli stessi erano 10.787, con una riduzione del 41 per cento rispetto all'anno precedente. I Paesi da cui per lo più provengono sono Albania (1.550), Egitto (930), Gambia (892) e Guinea (802). Nel corso del 2016 i fondi erogati ai Comuni per i minori non accompagnati ammontavano a 156 milioni 975.737,40 euro, contro i 155 milioni 951.733 euro del 2017. A questo punto è da capire dove si potranno trovare i soldi per saldare i debiti lasciati dai tue governi dem.

Un problema che non riguarda solo il settore dei minori stranieri non accompagnati, ma che sta emergendo anche in altri ambiti.

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