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Ecco il parco giochi iraniano dove i bimbi imparano l'odio

Nella "città dei piccoli rivoluzionari" si spara a simboli Usa e israeliani con i kalashnikov. Nel nome di Allah

Ecco il parco giochi iraniano dove i bimbi imparano l'odio

Mussolini si era inventato i balilla in camicetta nera, moschetti da bambini e le prove di coraggio in nome dell'impero. Dopo la caduta del fascismo il massimo dell'ardimento era iscriversi agli scout. E nei vecchi luna park si spara con fucili ad aria compressa per vincere un'orsacchiotto. Ben più violenti i video giochi di guerra o di ammazzamenti vari come Assasin's creed, ma nessun comune si sognerebbe mai di inaugurare un parco giochi dedicato ai più piccoli in stile balilla con Corano e moschetto.

A Mashad, in Iran, è già la seconda volta che viene organizzata «la città dei giochi per i bambini rivoluzionari». I ragazzini dagli 8 ai 13 anni sono tutti invitati con ingresso libero per divertirsi ad «attaccare» i nemici della Repubblica islamica come Israele, gli Stati Uniti, ma pure l'Isis. Il particolare «luna park» fa indossare ai piccoli ospiti uniformi mimetiche della loro taglia, elmetti da vero soldatino ed imbracciare l'immancabile kalashnikov, per fortuna di plastica. Però, molto simile al vero fucile mitragliatore Ak 47, a tal punto che i balilla islamici possono sparare per gioco proiettili finti. Il tutto in un ambiente da prima linea con torri di guardia, sacchetti di sabbia per le trincee, crepitare, vero, delle mitragliatrici, attraverso degli altoparlanti e ordini via radio.

Hamid Sadeghi è l'inventore dell'incredibile parco «giochi», che ha aperto i battenti in estate e poi a settembre per alcune settimane. «Stiamo cercando di trasmettere ai bambini la lotta e la Santa difesa nel contesto delle situazioni globali attraverso giochi, divertimenti e attività di gruppo» ha spiegato candidamente Sadeghi in un'intervista.

La Santa difesa è la lunga guerra con l'Iraq costata 1 milione di morti negli anni Ottanta. I balilla iraniani strisciano sotto i reticolati o si fanno fotografare in trincea, al posto della banale giostra o delle montagne russe di casa nostra. Il parco «giochi» è diviso in 12 tappe dove i bambini possono sparare missili, colpi di artiglieria o proiettili rigorosamente di plastica a diversi obiettivi come l'immagine del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. «All'ingresso gli ospiti vengono divisi in squadre di 8 o 10 e nominato un loro comandante» spiegano gli accompagnatori. Nel settore dedicato alla rivoluzione islamica i piccoli combattenti per gioco vengono istruiti sulle direttive dell'imam Khomeini e del suo successore Alì Khamenei, la guida non solo spirituale del Paese. «I bambini simulano il combattimento e possono sparare contro bandiere americane e israeliane» spiega Sadeghi, l'ideatore. L'intero percorso da balilla iraniano dura dai 30 ai 45 minuti. I ragazzini possono anche giocare alla composizione delle parole con i proiettili che hanno inciso le lettere dell'alfabeto. In un settore è riprodotta la moschea di Zaynab, a Damasco, dove è sepolta la nipote del profeta Maometto. Nella realtà i luoghi santi sciiti come questo vengono difesi armi in pugno dagli Hezbollah giunti dal Libano. Nel parco giochi di Mashad i bambini possono «combattere» contro il Califfato, nemico giurato dell'Iran. Le bandiere nere degli estremisti sunniti sono messe sullo stesso piano della monarchia saudita. Ed indicati come bersagli ai giovani balilla.

All'ultima tappa i bambini, in tenuta da combattimento, vengono bendati e devono lanciare ad occhi chiusi una palla contro un puzzle, che raffigura una bandiera israeliana facendola a pezzi.

E poi assemblare un nuovo mosaico creando il vessillo iraniano.

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