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Ecco il piano della Kyenge per portare altri migranti in Europa

La Kyenge propone il superamento dell’attuale Regolamento di Dublino consentendo al rifugiato di presentare la domanda d’asilo non più allo Stato di prima accoglienza

Ecco il piano della Kyenge per portare altri migranti in Europa

“L’intero futuro Sistema europeo comune di asilo dovrà essere basato sulla solidarietà e la piena condivisione della responsabilità tra tutti gli Stati membri”. Lo scrive l’eurodeputata Pd Cécile Kyenge, in una lettera indirizzata al direttore della Repubblica, in cui presenta il il rapporto sull’immigrazione che è approvato questa settimana in Commissione parlamentare a Bruxelles e di cui lei è la relatrice.

La Kyenge propone il superamento dell’attuale Regolamento di Dublino consentendo al rifugiato di presentare la domanda d’asilo non più allo Stato di prima accoglienza, ma all’Unione Europea che, poi, dovrà gestirla “solidalmente” fra tutti i 28 Stati Membri. Secondo l’ex ministro italiano dell’Integrazione, poi, sospendere Schengen non è la soluzione ma serve “una gestione comunitaria delle frontiere esterne dell’Europa accelerando l’istituzione della Guardia Costiera e di Frontiera europea”. Per contrastare i “viaggi della morte” la Kyenge propone che “le persone bisognose di protezione internazionale possano richiedere un visto umanitario presso ogni consolato o ambasciata di uno Stato terzo. Una volta concesso il visto, il detentore deve poter rientrare in questo Stato per presentare la domanda di protezione internazionale”.

Nella sua proposta la Kyenge prevede anche la creazione di “corridoi umanitari, canali legali di immigrazione attraverso un sistema permanente e obbligo di reinsediamento che prenda in considerazione un numero significativo di beneficiari, pari a quello definito dall’UNHCR”. “All’apertura dei canali per l’ingresso legale dei migranti all’interno del suolo europeo deve far seguito – scrive ancora l’eurodeputata - l’adozione di misure e politiche dirette in primo luogo all’integrazione dei migranti”. La sfida per la Kyenge è adottare “un approccio che abbia l’obiettivo prioritario dell’integrazione dei flussi migratori nel tessuto sociale, economico e politico dei paesi europei, garantendo loro diritti e al contempo imponendo obblighi analoghi a quelli dei cittadini europei”. Anche se per l’eurodeputata “il principale strumento di integrazione è rappresentato dal lavoro” e perciò, nel suo rapporto, chiede agli stati membri di applicare una norma già esistente per permettere ai richiedenti asilo di accedere al mercato del lavoro ai beneficiari di protezione internazionale. “Ho avanzato una proposta di modifica della cosiddetta Blue Card – scrive ancora la Kyenge - per l’ingresso legale di lavoratori nell’Unione, ambiziosa e all’altezza dei bisogni identificati nel mercato del lavoro dei diversi Stati membri”. Un capitolo a parte è dedicato alla protezione dei minori, soprattutto di quelli non accompagnati dai genitori e alla necessità di una maggiore cooperazione internazionale per porre fine ai conflitti nei Paesi d’origine dei migranti.

Infine la Kyenge ricorda di aver voluto proporre il 3 ottobre, data della tragedia di Lampedusa, come “giorno della memoria” per tutta Europa.

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