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Ecco le prove che sbugiardano Marino

Diceva di non conoscere Buzzi, ma due foto lo incastrano. E ha regalato il primo stipendio da sindaco alla sua cooperativa

Il sindaco Ignazio Marino in una foto con Salvatore Buzzi
Il sindaco Ignazio Marino in una foto con Salvatore Buzzi

Roma - Dopo i tanti no (non sapevo, non conoscevo, non parlavo con) arrivano le carte, le foto, gli impegni. Il sindaco Ignazio Marino sembrava il gabbato della storia del Cupolone, e il Pd lo scudo magico capace di spezzare la spada nero-rossa di Carminati e Buzzi, presunti mente e braccio degli appalti solidali e mafiosi di Roma. Ora la posizione del partito si complica, e di riflesso quella del sindaco, che si trova a dover rispondere di una questione ben più complicata di una Panda e di una bicicletta.

Le carte innanzitutto. Dagli atti delle libere contribuzioni dei privati ai partiti, depositate per legge alla Camera dei deputati, risulta che Salvatore Buzzi aveva quantomeno generosamente corteggiato la politica. Un corteggiamento che sembra a senso unico, rivolto al Partito democratico. Un finanziamento spicca su tutti: 10mila euro versati nel 2013 - data di protocollo 12 febbraio 2014 - al «Comitato provvisorio Partito democratico città di Roma», che si occupava della campagna elettorale non solo di Marino ma anche di Nicola Zingaretti, presidente della Regione. La donazione è della Società 29 Giugno Cooperativa Sociale onlus, leader della holding che fa capo a Buzzi, l'arrestato eccellente dell'inchiesta romana.

Testimonianza che Marino conoscesse comunque bene la cooperativa 29 giugno già al suo esordio in Comune è il fatto che appena eletto, a bordo di un autobus, annunciava: «Il primo stipendio da sindaco, quello del giugno 2013, lo investirò tutto in obbligazioni della cooperativa 29 giugno, che si occupa dei più deboli e che ha denunciato con severità i tagli subiti dalla giunta Alemanno».

Nel 2014 la onlus di Buzzi si attiva ancora per un esponente del Partito democratico. Questa volta la scelta cade su un dirigente locale impegnato nelle primarie a Guidonia, Domenico De Vincenzi, già presidente dell'azienda di Trasporti Cotral. Anche per lui un versamento di diecimila euro.

Un particolare che non c'entra con il Pd: la «29 giugno» ha ottenuto addirittura la beneficenza pubblica, entrando nella lista delle associazioni beneficiarie del 5 per mille, il fondo a carico dei contribuenti per le associazioni di volontariato, o di ricerca. Nel 2012 sessanta sostenitori hanno finanziato la cooperativa di Buzzi, per 2.417 euro. La «29 giugno» sta partecipando anche nel 2014 alla grande lotteria della beneficenza italiana.

Tornando a Marino, ancora più male dei documenti fanno le foto. Quel «non ho mai avuto conversazioni con Salvatore Buzzi» giurato dal sindaco a Lilli Gruber viene smentito da un'intera fotogallery del sito della cooperativa. Nella carrellata si possono vedere infatti più scatti di Marino che visita le strutture della coop, compreso uno in cui, sfogliando un libro, apre la bocca nell'atto di parlare proprio con Salvatore Buzzi. Un'altra immagine ritrae Buzzi e Marino accanto a Emanuela Bugitti, ai vertici della «29 giugno». «Solo una visita elettorale», la difesa di Marino. L'uomo copertina della rivista-bilancio 2013 della cooperativa è nientemeno che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, immortalato insieme al solito Buzzi. Per Poletti «addolorato» per una foto che già lo ritraeva a una cena della cricca, un'altra spina nel cuore.

«Stiamo pensando a una figura pubblica che lavorerà solo su trasparenza e legalità, ma ancora non vi posso dire il nome», ha promesso intanto Marino ieri in conferenza stampa, dove ha anche spiegato che «finché non avrò deciso se accettare o meno la scorta non utilizzerò la bicicletta per i miei spostamenti». Il sindaco assumerà personalmente la delega delle periferie. Ma l'insofferenza dei democratici, già messa alla prova dal caso Tor Sapienza e dal Panda-Gate, sale.

Tra le più decise Rosi Bindi: «Le foto non sono una prova di reato - dice - a volte non sappiamo neanche con chi ci stanno fotografando, ma è evidente che anche il sindaco Marino deve fare chiarezza».

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