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Ed è pronta a esplodere la bomba Calabria

I 1500 ospiti costano 34.500 euro al giorno. Santelli: "Paura comprensibile"

Ed è pronta a esplodere la bomba Calabria

Non solo in Sicilia, ma anche in Calabria ora la situazione migranti rischia di diventare esplosiva. Allo stato attuale nella regione sono ospitati circa 1.500 clandestini, suddivisi tra il maxi regional hub Sant'Anna di Isola di Capo Rizzuto e altri piccoli centri sul territorio. Il fatto è che gli immigrati continuano a fuggire tra le lamentele sempre più accese della gente. La sicurezza degli operatori è messa sempre più a rischio perché a vigilare su grandi numeri ci sono pochi rappresentanti delle Forze dell'ordine.

«Fino a due giorni fa - racconta un poliziotto - al campo San'Anna c'erano 765 migranti controllati da 10 poliziotti a turno, 13 militari, un ispettore e un altro al corpo di guardia. All'interno anche 25 ospiti malati di Covid». Ogni volta che arrivano migranti dalla Sicilia, peraltro, gli agenti debbono guardarli in attesa che facciano il tampone. «Pensate - spiega l'onorevole Gianni Tonelli della Lega, ex segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap) - che per controllare un campo di 60mila metri quadri si schierano così poche divise. Mi è stato raccontato dagli agenti che dei 115 dell'ultimo arrivo ne sono rimasti 85. Gli altri sono fuggiti. Ebbene, a controllare quegli 85 sono stati messi solo due poliziotti. Una situazione che ha del surreale, perché è come dire a questi migranti vai, fuggi, tanto nessuno ti può fermare».

Il disagio e la preoccupazione crescono, quindi, tra i cittadini di queste zone, che già contribuiscono al mantenimento di questa gente, che costa 23 euro al giorno a testa (34mila e 500 euro al giorno, facendo il calcolo su 1.500) e poi devono vivere con il rischio Covid, visto che a causa dell'aumento degli arrivi è cresciuto il numero dei contagiati.

Già la governatrice Jole Santelli ha chiarito che seppur la situazione in Calabria non sia così pesante come in Sicilia, «il problema è reale e non sarebbe giusto negarlo». «Pure nella mia regione - dice - ci sono stati diversi sbarchi. Nell'ultimo episodio di spiaggiamento, un veliero partito dalla Turchia con 150 curdi a bordo, quasi tutti uomini giovani, c'erano 60 positivi. È comprensibile che la popolazione abbia paura. Non è paura dello straniero, ma del contagio che ti possono portare. Capisco la rabbia di Musumeci».

Il questore di Crotone, secondo quanto raccontano gli agenti che lavorano a Isola di Capo Rizzuto, ha chiesto rinforzi al Viminale. «Almeno 10 uomini - spiegano -, ma niente. Il ministro Luciana Lamorgese fa orecchie da mercante e ogni volta che le si pone davanti un problema di questo tipo preferisce non rispondere. Ormai lo abbiamo capito anche noi che il fenomeno migratorio per questo governo giallorosso non si può toccare. Evidentemente c'è chi ci guadagna».

In Calabria, che fino a oggi ha tutto sommato campato di turismo senza risentire troppo del Covid e del fenomeno migratorio, ci sono però molti cittadini arrabbiati perché questa gente scappa e non si sa dove va. Ieri la nave quarantena Azzurra ha scaricato i migranti che avevano finito il periodo di osservazione, in un porto siciliano. È stato dato loro il foglio di via, altro che rimpatri. E questa gente ora gira libera per l'Italia. Libera di andare anche in Calabria, dove le persone iniziano, come nel resto del Paese, a non poterne più di assistere inermi all'invasione che nessuno, tantomeno il governo, riesce a bloccare. Ecco perché per molti serve lo stesso pugno di ferro usato da Musumeci.

Affinché si capisca che gli sbarchi debbono fermarsi.

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