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Le case vanno in fumo per 37mila italiani

Gli effetti disastrosi della crisi per i proprietari di immobili. Il valore calato anche del 40%

Una veduta di Santorini
Una veduta di Santorini

È durante le crisi più profonde che si costruiscono le fortune più grandi. Adagio che naturalmente fa rima con rischio, ma tanti investitori da tutta Europa, Italia inclusa, non si fanno fermare dalla paura e sono pronti a cogliere le opportunità della tempesta greca. Lo prova l'interesse che il devastato mercato immobiliare ellenico sta richiamando nelle ultime ore. L'innesco è arrivato con il referendum che ha riportato la Grecia al centro di una tempesta dall'esito incerto, ma anche sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. Dopo il voto il numero delle ricerche sugli annunci di immobili in vendita in Grecia è aumentato del 60%. Il nuovo flusso di ricerche arriva da utenti di tutta Europa, i clic provenienti dall'Italia sono addirittura triplicati.

Sono invece ulteriormente diminuiti i potenziali acquirenti greci. Unica altra nazionalità in fuga dal mercato del mattone ellenico è quella tedesca. L'interesse dimostrato dagli utenti dalla Germania è diminuito del 5%, a dimostrazione che le scelte di investimento sono determinate anche dalla percezione «geopolitica» che gli investitori si costruiscono sulla base del dibattito nazionale. In parole povere, per i tedeschi la Grecia è proprio un cattivo affare pure come speculazione immobiliare, figurarsi dal punto di vista di chi deve decidere se prestare ad Atene qualche miliardo di euro.

Per gli acquirenti del resto d'Europa, ovviamente la molla è la possibilità di acquistare a prezzi sempre più ridicoli se paragonati al valore delle case a Roma o a Milano. In Grecia la crisi economica e l'incertezza paralizzano gli acquisti da sette anni, il mercato del mattone ha l'elettrocardiogramma piatto. I dati che circolano sono impressionanti: nel 2006, cioè due anni prima che arrivasse l'onda della crisi finanziaria dei subprime, le banche greche avevano concesso ai propri clienti 120.000 mutui. Tre anni dopo, a crisi già in pieno svolgimento, i prestiti per acquistare case erano crollati a 75.000, un numero ancora consistente ma comunque già un calo tale da stravolgere qualunque mercato. Oggi, a sette anni dall'inizio della crisi, sono stati autorizzati appena 750 mutui dall'inizio del 2015. Se la cura della Troika è questa, il paziente greco pare più morto che vivo.

L'effetto inevitabile dello stop alle compravendite è un drastico calo dei prezzi. Vincenzo De Tommaso, responsabile del centro studi di Idealista , conferma: «Una casa che valeva un milione di euro, oggi può valere il 40% in meno in media. Nelle isole il calo è inferiore, intorno al 10-20%, anche perché nelle mete più pregiate ci sono tanti proprietari stranieri». Molti italiani: 37.000 secondo Scenari Immobiliari.

A scorrere gli annunci si resta increduli. Rispetto ai prezzi italiani bisogna togliere uno zero, a volte anche due. Il monolocale da soli 20 metri quadri a Patrasso, il porto che collega all'Italia, è davvero un po' angusto, ma per 7.000 euro, meno di quanto si sborsa per un'utilitaria, ci si può stringere. Altrimenti ci si può spostare a Salonicco, decisamente più lontana, ma anche molto allettante con l'alloggio di 48 metri «regalato» per 6.000 euro. Ad Atene si sale, si fa per dire, a 880 euro al metro quadro. Nelle isole, gli annunci confermano, i prezzi sono ovviamente a livelli più alti, ma aggiudicarsi le chiavi dei 55 metri quadri in vendita nel gioiello Corfù per mille euro al metro quadro potrebbe decisamente valere la spesa. Per arrivare a prezzi analoghi ai nostri bisogna sbarcare nella perla delle Cicladi: 100 metri quadri a Santorini costano 5.500 euro al metro quadro.

E i rischi? «Se Atene resta nell'euro - dice De Tommaso - prima che si riassorba l'invenduto ci saranno ancora 5 anni di prezzi in stallo. In caso di Grexit invece il calo sarà molto più repentino, dal 30 all'80%, e si scateneranno le speculazioni». C'è poi l'incognita delle tasse che un governo Syriza potrebbe imporre sulle case di lusso.

A noi italiani ci ha già pensato Monti introducendo l'Ivie (l'Imu sulle case degli italiani all'estero).

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