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Effetto Trump sui clandestini: gli irregolari diminuiti del 40%

I fermi alla frontiera col Messico ai minimi da 5 anni A giorni entra in vigore il bando bis su 6 Paesi islamici

Effetto Trump sui clandestini: gli irregolari diminuiti del 40%

Il famigerato muro anti-clandestini che Donald Trump vuole costruire al confine con il Messico potrebbe non servire: l'effetto della linea dura del presidente americano sull'immigrazione sta già dando i suoi frutti. Il numero di irregolari arrestati lungo la frontiera Sud degli Stati Uniti è infatti drasticamente diminuito nel corso dell'ultimo mese. Secondo i dati della Customs and Border Protection, l'agenzia federale che vigila sugli ingressi, il numero delle persone che hanno cercato di entrare negli Usa è sceso da 31.578 a 18.762. Nel mese di febbraio sono stati fermati circa 840 individui, facendo registrare un calo del 39% rispetto a gennaio, e del 36% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. «La diminuzione dei fermi mostra un evidente cambiamento di tendenza», ha affermato il segretario alla Sicurezza Interna, John Kelly. «Da quando l'amministrazione ha attuato gli ordini esecutivi per il rispetto delle leggi sull'immigrazione, i fermi hanno segnato un trend verso il minimo totale mensile da almeno cinque anni», ha aggiunto.

E si tratta di un crollo del tutto insolito per il periodo: come ha spiegato Kelly, nel mese di febbraio, con l'inizio della stagione meno fredda, gli ingressi sono sempre aumentati del 10-20%. «I primi dati mostrano che le forze di sicurezza contano, la deterrenza conta e un'attività globale di controllo sull'immigrazione può avere un impatto - ha sottolineato il segretario alla Sicurezza Interna, assicurando - resteremo vigili per rispondere ad eventuali cambiamenti di queste tendenze». Anche per molti esperti questi dati mostrano senza dubbio che il giro di vite di Trump sta esercitando un effetto dissuasivo. «La deterrenza attraverso la percezione è centrale in questi ordini esecutivi - ha spiegato Faye Hipsman, analista del Migration Policy Institute - Anche solo la possibilità di ampliare le detenzioni alla frontiera rende meno probabile che la gente cerchi di entrare». Mentre Mark Krikorian, direttore esecutivo del Center for Immigration Studies di Washington, ha parlato di un calo dei clandestini simile a quello osservato dopo l'adozione della riforma in materia dell'amministrazione Reagan, nel 1986 (che concesse l'amnistia a molti immigrati arrivati in America prima del 1982, ma promise maggiore sicurezza al confine con il Messico e dure sanzioni per le aziende che assumevano lavoratori senza documenti). A suo parere, però, «se le parole non sono sostenute da azioni, la riduzione potrebbe durare soltanto per un breve periodo di tempo».

Intanto, comunque, esultano i sostenitori del tycoon, che continua a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, in barba ai detrattori. A questo proposito, il 16 marzo entrerà in vigore il cosiddetto «bando bis», versione rivista dell'ordine esecutivo firmato a fine gennaio con una serie di aggiustamenti per superare le obiezioni delle corti che avevano bloccato il primo decreto. La misura prevede lo stop per 90 giorni all'emissione di nuovi visti ai cittadini di sei Paesi a maggioranza islamica (Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria, Yemen, mentre è escluso questa volta l'Irak). I rifugiati siriani saranno congelati non a tempo indeterminato ma per 120 giorni, come tutti gli altri, ed è confermato il taglio al numero complessivo dei profughi per il 2017, ridotto a 50mila contro i 110mila previsti da Barack Obama. Contro il Commander in Chief si è già schierata la Fifa, che ha minacciato di non assegnare agli Usa i mondiali del 2026 se Trump non cambierà le leggi sull'immigrazione. Secondo il presidente Gianni Infantino la misura è incompatibile con le norme rivolte alle Nazioni che ospitano la manifestazione: «Qualsiasi squadra (compresi i sostenitori) che si qualifica - ha spiegato - deve poter avere accesso al Paese, altrimenti non ci sarebbe la Coppa del Mondo».

Nel frattempo le Hawaii, lo stato di Washington e di New York hanno annunciato un'offensiva legale contro il nuovo bando temporaneo, e San Francisco ha chiesto a un giudice di bloccare il decreto esecutivo di Trump che minaccia di tagliare i fondi alle città santuario, quelle che proteggono gli immigrati illegali, come New York, Los Angeles, Houston, Detroit, Seattle e Boston.

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