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Elezioni regionali Lazio, ecco quando si voterà

Eletto in Parlamento Nicola Zingaretti è vicino a rassegnare le dimissioni: si pensa che lo farà il 4 novembre. Dopo tre mesi nel Lazio si tornerà al voto. Come si presenterà il centrosinistra, alleato con il M5S oppure no?

Elezioni regionali Lazio, ecco quando si voterà

Il Lazio si appresta a tornare alle urne, stavolta per le Regionali. Fonti del Partito democratico, infatti, assicurano che il governatore Nicola Zingaretti (neo eletto alla Camera) ressegnerà le proprie dimissioni il 4 novembre e, a quel punto, trascorreranno circa tre mesi prima delle votazioni. La data ipotizzata per il voto, dunque, sembra essere il prossimo 5 di febbraio.

Del resto l'ex segretario del Pd aveva annunciato da tempo la propria intenzione di lasciare la guida della Regione Lazio per ricoprire il ruolo di deputato in Parlamento. Approvato il collegato al bilancio della Regione, previsto per gli inizi del mese di novembre, Zingaretti lascerà le redini. Che mosse farà la sinistra per cercare di conservare le redini di questa importante regione? Si parla ancora di campo largo, di una possibile e nuova alleanza tra Movimento 5Stelle e Pd. Fra i leader dei partiti si discute molto sul da farsi. Certo, dopo gli attacchi di Renzi di ieri al Pd, viene difficile dare per scontato un nuovo sodalizio di centrosinistra che includa anche Italia Viva e Azione.

Sul delicato tema inceneritore l'assessore regionale alla Transizione ecologica Roberta Lombardi (M5S) prova a testare il terreno. "Non voglio che il tema dell'inceneritore sia al centro del dibattito politico perché ognuno avrebbe i suoi irrigidimenti" ha dichiarato all'agenzia Dire. "Il fatto che stiamo finanziando tutti gli impianti di economia circolare sono la prova che quando lavoriamo insieme non con un approccio ideologico ma sui termini delle questioni, funzioniamo e troviamo le migliori politiche sui rifiuti per i nostri cittadini" ha aggiunto, strizzando appunto l'occhio al campo largo. Insomma, la volontà di mettere da parte i dissapori per far fronte comune ci sarebbe. Tutto, però, a una condizione: "Il Pd non sia il sole e gli altri siano satelliti. Sarà necessario invece un approccio a rete, dove ogni ruolo ha la sua importanza: dare pari dignità a tutte le forze politiche e civiche che chiedono di attuare un'agenda progressista, a partire da quella regionale del Lazio".

A livello del territorio, dunque, le alleanze per affrontare insieme una campagna elettorale resterebbero intatte. Bisogna capire che cosa ne pensano i vertici nazionali, dove le divisioni invece sono forti.

Da qui l'appello del vicesegretario del Pd Lazio Enzo Foschi, riportato da Repubblica: "Sarebbe incomprensibile e anche da irresponsabili riproporre le stesse dinamiche che si sono viste a livello nazionale. semplicemente perché significherebbe lasciare il Lazio alla destra e non dobbiamo permetterlo".

Tutto è ancora da decidere, dunque.

Solo nei prossimi giorni sapremo se il centrosinistra si presenterà alle urne frammentato, come è stato per le elezioni politiche, o se prevarrà il cosiddetto campo largo.

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