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Emilia, il Pd dimezza i voti. Affluenza, la Calabria batte l'Emilia. Prodi: "Dato preoccupante"

L'affluenza al voto in Emilia è sempre stata circa 10 punti più alta della Calabria. Stavolta è sotto di sei. Guerini: "Colpa dell'alternativa che non c'è"

Emilia, il Pd dimezza i voti. Affluenza, la Calabria batte l'Emilia. Prodi: "Dato preoccupante"

Pesa come un macigno il distacco dalla politica, evidenziato dalla scarsissima partecipazione al voto alle Regionali. In Emilia Romagna a votare è andato solo il 37.67% degli aventi diritto, in picchiata rispetto al 68,06% registrato alle regionali del 2010 e al 76,63% del 2005 (alle ultime Europee aveva votato il 69,98%). Un po' meglio è andata in Calabria: affluenza al 44,1% (alle ultime regionali 59,25%). Se tutti avevano previsto l'aumento dell'astensione, visto che mancava un traino nazionale e si votava in appena due regioni, nessuno avrebbe immaginato questa emorragia. Colpisce soprattutto una cosa: tradizionalmente l'Emila Romagna ha sempre fatto registrare percentuali alte di partecipazione al voto, una decina di punti, in media, sopra alla Calabria. Stavolta no. Stavolta l'Emilia è sotto di sei punti. La "roccaforte rossa" si è stancata. Nella provincia di Parma il record negativo: ha votato il 31% (il dato più alto a Ravenna e dintorni, 42,7%). In Calabria, invece, l'affluenza più bassa si segnala a Crotone (35,4%), mentre quella di Catanzaro fa registrare il 43,4%.

Anche Romano Prodi è sorpreso dalle percentuali: "Sorprende il confronto con la Calabria, in Emilia di solito è sopra di 12 punti, qui c'è un certo malessere". Insomma, difficile fare finta di nulla di fronte a questi numeri. Sicuramente hanno pesato - e non poco - gli ultimi scandali (la condanna dell'ex presidente Errani e lo scandalo dei rimborsi ai consiglieri regionali, compreso il sex toy). Ma il malcontento non ha premiato l'opposizione (centrodestra o M5S). Chi era stufo e incavolato semplicemente è rimasto a casa, mandando tutti a quel paese. Il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, azzarda una spiegazione: mancava un vero avversario, ed "è difficile mobilitare la base quando l'alternativa è debole". Poi si allinea ai festeggiamenti di Renzi: abbiamo "strappato al centrodestra Sardegna, Abruzzo, Piemonte e adesso vinciamo in Calabria ed Emilia". Non c'è alcuna crisi, dunque, per Guerini, anche se "i dati e le motivazioni vanno studiati bene".

La bassa partecipazione al voto si spalma su tutti i partiti. In numeri assoluti in Emilia Romagna il Pd ottiene 535mila voti, come coalizione il centrosinistra (compresa Sel) ottiene 587.185 voti (49,05%). Quattro anni fa il Pd aveva fatto registrare 857mila voti (1.197.789 il centrosinistra, con il 52,06%). Praticamente nella roccaforte rossa i voti della sinistra si sono dimezzati. Il potere resta in mano alla "ditta" (come la chiamava Bersani), ma i numeri sono sempre più piccoli. Il centrodestra arretra dal 36,72% del 2010 al 29,85%. Un calo vistoso in termini assoluti, visto che si passa da 844.915 voti a 374.736. La Lega, trainata dal proprio candidato presidente (Alan Fabbri) e da una campagna molto aggressiva condotta da Salvini, si colloca al primo posto, con il 19,42%, seguita da Forza Italia (8,36%) e Fdi all'1,91%. In termini assoluti il Movimento 5 Stelle praticamente tiene tutti i consensi, anzi ne guadagna un po' rispetto al 2010, passando da 161.056 a 167.022 (dal 7% al 13,3%), anche se il dato che preoccupa Grillo è il forte calo rispetto alle ultime Europee (19,2%, con 443936 elettori).

In Calabria il centrosinistra passa dal 32,20% del 2010 (342.773 voti) al 61,02%, vincendo a mani bassi con il bersaniano Oliverio. Il centrodestra, che nel 2010 aveva fatto registrare 614.584 voti (57,80%), arretra a 179.235 voti (23,89%). Rispetto alle Europee i grillini sprofondano, passando dal 21,5% (160mila voti) al 4,88% (35.

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