Politica

Era un Ulisse moderno Libero e giusto

Claudio Siniscalchi

Ulisse ha smesso di viaggiare. E il premio finale per il cammino incessante e meraviglioso, per mari e per terre, negli abissi e nello spazio, è la pace eterna.

Folco Quilici si è meritato per il suo lavoro quel Paradiso disegnato dalla mente visionaria di Borges, dove ognuno continua a fare quello che ha sempre fatto, oltre a quello che avrebbe voluto fare nell'esistenza terrena, senza riuscirci. Ho conosciuto Folco da bambino, al cinema dei preti, vedendo due volte di fila Ty-Koyo e il suo pescecane, nei primi anni Sessanta. L'emozione è stata talmente forte che è vivissima, ancora oggi, nella mia memoria. Poi un giorno l'ho conosciuto davvero. Primavera 1991. Avremmo lavorato insieme per oltre un decennio a un progetto mastodontico: 52 documentari sulla storia d'Italia del XX secolo. Alla fine del primo incontro gli raccontai della mia emozione per Ty-Koyo. Ci salutammo abbracciandoci come vecchi amici. L'ho abbracciato con la stessa intensità altre due volte. Quando uscimmo da casa dello storico Renzo De Felice, che ci diede le ultime indicazioni, sfinito dalla malattia e con un filo di voce, per un documentario sulla Repubblica di Salò. E poi qualche anno fa, quando l'ho visto per l'ultima volta e non mi ha riconosciuto.

Folco è stato un grande documentarista. Un grande narratore. Un uomo intellettualmente onesto e libero, lontano dalle mode e dalle consorterie intellettuali progressiste che hanno imperversato nella cultura italiana del secondo dopoguerra. Feci pubblicare al Centro sperimentale di cinematografia, dove Folco si era diplomato, un libro su di lui. Era la tesi di dottorato di una studentessa italiana sostenuta negli Usa. Quella pubblicazione mi costò un posto di lavoro. L'accusa era infamante: avere pubblicato un saggio su un «fascista». Ma Folco non è mai stato «fascista». Era il figlio di Nello, giornalista di razza morto insieme a Italo Balbo. Venerava la memoria del padre. Ma niente più. Era un viaggiatore autonomo, che non ha goduto della considerazione che si era meritato con la sua opera di ricercatore e divulgatore. Il successo però gli è arrivato dal pubblico, che ha visto i suoi film, i suoi documentari, le sue trasmissioni tv, e letto i suoi libri.

Folco ci ha lasciato. Dopo tanto peregrinare Ulisse ha riposto le vele.

Ricordiamolo questo grande italiano innamorato della sua terra, nel momento della tristezza, con un sorriso, come gli sarebbe piaciuto.

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