Politica estera

Erdogan attacca: "Crimini da Netanyahu". Von der Leyen a Rafah: "Più aiuti ai civili"

Il presidente turco ancora contro Israele: "Li porteremo al tribunale internazionale"

Erdogan attacca: "Crimini da Netanyahu". Von der Leyen a Rafah: "Più aiuti ai civili"

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Erdogan attacca: "Crimini da Netanyahu". Von der Leyen a Rafah: "Più aiuti ai civili"

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Il conflitto in Medio Oriente sta esplicitando in maniera palese le enormi differenze di posizione, politica e strategica, sullo scacchiere mondiale. Tra chi appoggia incondizionatamente Israele, chi inizia ad aver dubbi sugli attacchi su Gaza e chi invece non nasconde il suo sostegno ad Hamas.

Ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è andata in visita al valico di Rafah, elogiando gli sforzi dell'Egitto per consentire l'ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza ma spiegando che «siamo tutti d'accordo sulla necessità che maggiori aiuti raggiungano il popolo palestinese a Gaza con ulteriore supporto logistico all'Egitto e creando anche un corridoio marittimo». Von der Leyn, che ha anche incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi al Cairo, ha anche preso posizione sulla tragedia che sta colpendo i profughi. «Ho discusso della crisi umanitaria in corso a Gaza. Siamo d'accordo sul principio dello spostamento non forzato dei palestinesi e su un orizzonte politico basato su una soluzione a due Stati».

Il principale consigliere del presidente americano Joe Biden per il Medio Oriente, Brett McGurk, in visita in Bahrein, ha invece posto come condizione principale per una tregua umanitaria il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas. «L'aumento degli aiuti umanitari, l'aumento del carburante, la pausa arriveranno quando gli ostaggi verranno rilasciati». McGurk ha riferito che Biden ha discusso la questione venerdì sera con il sovrano del Qatar, Paese che sta guidando gli sforzi di mediazione per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi definendosi «moderatamente fiducioso».

Se il Qatar continua nell'opera di mediazione, la Turchia di fatto si è sfilata da ogni ruolo terzo, con il presidente Recep Tayyip Erdogan che continua a criticare duramente Israele dopo l'appoggio per nulla velato dato alle azioni di Hamas. «Non lasceremo impuniti i crimini di Israele. Agiremo in tutte le sedi opportune. Tutti parlano dei civili israeliani uccisi, ma purtroppo sono stati uccisi 13mila civili innocenti palestinesi. Non si può continuare a giustificare questo massacro con l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Non è la maniera giusta di spiegare questa storia», ha detto il Sultano dopo il vertice in Germania in cui, di fatto, è stato bacchettato dal cancelliere Scholz che ha invece ribadito il pieno sostegno a Israele pur invocando soluzioni rapide per alleviare la crisi umanitaria di Gaza. Se anche la Giordania accusa Israele di crimini di guerra, Erdogan ha anche nuovamente attaccato frontalmente il premier israeliano Netanyahu definendolo un politico finito. «Andrà via e saremo salvi da questo personaggio. Il 60/70% degli israeliani non lo vuole e anche la comunità internazionale se ne sta accorgendo perché il prezzo di questa guerra lo stanno pagando tutti», ha detto.

Un conflitto verbale accesissimo, che va di pari passo con la guerra vera e propria.

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