Politica estera

Erdogan, mossa acchiappa voti. Su i salari ai lavoratori pubblici

Annuncio del presidente, nei sondaggi dietro allo sfidante Kilicdaroglu: aumento del 45% per 700mila statali

Erdogan, mossa acchiappa voti. Su i salari ai lavoratori pubblici

Ascolta ora: "Erdogan, mossa acchiappa voti. Su i salari ai lavoratori pubblici"

Erdogan, mossa acchiappa voti. Su i salari ai lavoratori pubblici

00:00 / 00:00
100 %

Vulnerabile alle urne come non lo è mai stato nei suoi vent'anni al potere, Recep Tayyip Erdogan, 69 anni, estrae dal cilindro il provvedimento raccogli consensi e annuncia un aumento del 45% degli stipendi per 700mila dipendenti statali. Quasi un raddoppio, quando mancano quattro giorni alle elezioni presidenziali e alle parlamentari del 14 maggio (600 deputati) e il presidente turco, nei sondaggi, è incalzato dal leader dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu, in un voto che si prospetta un referendum sul presidente. Il rivale 74enne del Chp, il Partito repubblicano del popolo, il più antico, fondato da Atatürk, promette libertà e democrazia, ha raccolto le forze di 6 movimenti di opposizione sotto un unico blocco, l'Alleanza per la Nazione, punta al secondo turno, due settimane dopo il 14, per sbaragliare Erdogan. Ma deve vedersela con un capo di Stato che, a colpi di purghe, dopo il tentato golpe del 2016, ha dato un volto sempre più autoritario al suo potere, con oltre 110 arresti fra militanti politici, avvocati e giornalisti, avvenuti appena tre settimane fa.

Eppure Erdogan stavolta rischia, come non era mai successo. Si prospetta un testa a testa tra i due blocchi (38% per gli sfidanti, 40% per la coalizione pro-presidente) e qualche sondaggio dà addirittura avanti lo sfidante Kilicdaroglu, che in un Paese a maggioranza musulmana sunnita ha rivelato di essere un curdo alevita, dunque uno sciita. Decisivo potrebbe essere l'Hdp, il Partito filo-curdo, che con i Verdi fa parte del terzo blocco, l'Alleanza per il Lavoro e la Libertà, e che ha un bottino di circa il 10%.

Sul destino di Erdogan pesano la gestione del terremoto di febbraio, le oltre 50mila vittime, i milioni di sfollati nell'Est del Paese, roccaforte del suo Akp (il Partito Giustizia e Sviluppo) e l'aumento del costo della vita, vera minaccia al prossimo mandato del «Sultano», che sarebbe il terzo. Secondo i dati ufficiali, il tasso di inflazione è sopra al 50%, ma per gli accademici sarebbe addirittura oltre il 100%, dopo i tagli ai tassi di interesse voluti dal presidente e che già a fine 2021 hanno portato l'inflazione al picco degli ultimi 24 anni (l'85,5%). Ecco perché il leader turco ha fatto il grande annuncio ad Ankara, dove ha discusso un Protocollo quadro di contrattazione collettiva per i dipendenti pubblici. «Alzeremo la paga minima dei lavoratori pubblici a 15mila lire turche», cioè a 700 euro, è stato l'impegno preso dal presidente.

Per dare lustro alla sua presidenza, nel frattempo, Erdogan rilancia il ruolo della Turchia sulla scena internazionale, come grande mediatore nel conflitto Russia-Ucraina e soprattutto nella crisi del grano. Da ieri sono in corso a Istanbul gli incontri per sbloccare il «corridoio del grano» l'intesa che da luglio scorso ha permesso a circa 30 milioni di tonnellate di frumento e prodotti alimentari, bloccati nei porti ucraini, di partire per alleviare la crisi alimentare in Africa. E da oggi saranno avviati a Mosca gli incontri tra i ministri degli Esteri di Siria, Turchia, Russia e Iran, per discutere della crisi siriana.

Ma la vera sfida è tutta interna. Per vincere le elezioni, Erdogan punta sull'economia, promettendo tassi di interesse più bassi per affrontare la crisi, inflazione a una cifra e stimoli alla crescita economica.

Deve vedersela con un motivato Kemal Kilicdaroglu, il leader dell'opposizione che è riuscito a riunire centristi e nazionalisti sotto il suo nome, ribattezzato il «Ghandi turco» per i modi pacati e per l'aspetto che ricorda il leader indiano, ma ridicolizzato da Erdogan, che domenica, in un comizio, lo ha attaccato senza nominarlo: «Non lasceremo il Paese ad alcolisti e ubriaconi».

Commenti