Politica

Erostrato il folle non è uno solo Sotto inchiesta un'intera famiglia

Serenella Bettin

Per mesi, aveva terrorizzato gli abitanti di Cesiomaggiore e di Santa Giustina nel Bellunese, compiendo atti minatori, scrivendo lettere folli indirizzate al sindaco e a un giornale, incendiando legnaie e imbrattando due chiese e le mura di un cimitero.

Poi l'ultima: aveva lasciato un sacchettino pieno di caramelle di gelatina nel cortile di un asilo e nelle caramelle ci aveva accuratamente infilato degli spilli. In questo pacchetto aveva lasciato un messaggio minatorio, dicendo che si sarebbe fermato, non appena avesse visto una statua eretta in suo nome.

Si firmava col triste nome di Erostrato, il fallito, criminale, pastore greco che incendiò il tempio di Artemide nel 356 a.C. E ora si scopre che dietro alla «novella« firma, ci sarebbe un'intera famiglia. Padre, madre e figlio che ora risultano indagati per incendio, minacce e tentata estorsione. Una famiglia da Mulino Bianco, padre sessantenne, moglie un po' più giovane e il figlio che ha all'incirca trent'anni.

A scrivere i messaggi inquietanti sarebbe stato il padre, ma con la complicità, o forse solo con la consapevolezza, di tutti gli altri familiari. Tutti e tre, comunque, si dichiarano innocenti. Il padre farebbe lavori saltuari, ha un diploma tecnico, ma riuscirebbe a mostrarsi «dotto» grazie ai «copia e incolla» della rete. Per dire, le lettere del folle, o dei folli, sono piene di citazioni letterarie, formule chimiche e insulti al pubblico ministero che ha coordinato le indagini. Anzi a questo avrebbe consigliato di leggersi il Miles gloriosus di Plauto, Il soldato fanfarone, appunto, il soldato millantatore.

Intanto sul caso indagano a tamburo battente, la procura di Belluno e i carabinieri della compagnia di Feltre. A casa della famiglia Erostrato, sono stati trovati una scatola di spilli, che magari potrebbero essere gli stessi usati per infilzare le caramelle. Ma del resto chi a casa non ha una scatola di spilli? In più è stato trovato un quadernetto con i fogli strappati. Magari quello usato per scrivere le lettere. Ma quello che manca ancora è la prova scientifica, inconfutabile: l'impronta, insomma, il Dna. Il materiale è stato inviato a dei periti appositamente incaricati e sul caso indaga anche il Ris di Parma. Ora si stanno conducendo anche le perizie calligrafiche, oltre agli accertamenti sui quattro computer trovati nella loro abitazione. Se emergesse che in quei pc, prima dell'estate, ossia prima che scoppiasse il giallo, fossero state condotte delle ricerche su Erostrato, il caso prenderebbe un'altra piega.

Decisamente un'altra piega.

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