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Esplosioni, spari e ostaggi in un hotel di Nairobi: attacco jihadista al Kenya

Almeno 10 morti in un elegante quartiere della capitale. Al Shabaab rivendica, terrorista suicida

Esplosioni, spari e ostaggi in un hotel di Nairobi: attacco jihadista al Kenya

Prima due esplosioni talmente violente da essere avvertite in tutta la città, poi gli spari e la scia di sangue. A terra sarebbero rimaste parecchie persone, almeno una decina per le forze dell'ordine, addirittura 47 secondo l'emittente qatariota Al Jazeera (che cita fonti vicine ai jihadisti), mentre altre 31 versano in gravi condizioni. Di fatto è stata una strage, un copione purtroppo già visto, messo in atto ieri pomeriggio a Nairobi, la capitale del Kenya, dai jihadisti di Al Shabaab, che hanno rivendicato il blitz praticamente in tempo reale. I fatti: un commando di sei miliziani ha preso d'assalto intorno alle 15 (le 13 in Italia) il centro commerciale Westlands, una grande struttura immersa nel verde che comprende abitazioni, uffici e banche, per poi introdursi armi in pugno nell'hotel di lusso DusitD2, frequentato da turisti occidentali e uomini d'affari. I jihadisti sono arrivati a bordo di un suv Volkswagen, proveniente dall'arteria Chiromo Road, costringendo le guardie del complesso ad aprire il cancello. Nel parcheggio hanno fatto saltare in aria quattro auto, creando il panico e guadagnando l'ingresso dell'hotel. Una volta all'interno uno di loro si è fatto esplodere mentre gli altri hanno iniziato a sparare all'impazzata nella hall, raggiungendo quindi i piani superiori per fare fuoco camera dopo camera. I momenti drammatici dell'attentato sono stati raccontati da alcuni testimoni, come Cillian Browne, un cittadino irlandese che dalla sua camera d'hotel ha pubblicato sui social quello che stava accadendo. «Siamo sotto attacco - ha scritto - si sentono esplosioni e raffiche di mitra. La gente urla. Ci siamo chiusi a chiave all'interno, ho paura persino ad aprire alla polizia». Jeremy Gachouri, un fornitore di prodotti da bar, ha visto in volto «quattro assalitori. Uno incitava gli altri ad uccidere tutti. Poco prima c'era stata una forte esplosione, avevo pensato a una bombola del gas e invece mi sono trovato nel bel mezzo dell'inferno».

Sul posto sono arrivati gli uomini della polizia, le forze speciali anti-terrorismo e un drappello di Caschi Blu che hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con i jihadisti dopo aver messo in salvo ospiti e personale di servizio dell'hotel. I feriti sono stati trasportati agli ospedali Parkland e Aga Khan, non senza difficoltà per via del traffico caotico che si è creato intorno al luogo dell'attentato. Parallelamente il ministero degli Interni ha disposto la chiusura di alcuni centri commerciali della città considerati a rischio. La situazione in tarda serata non era ancora sotto controllo. Sei dei sette piani dell'hotel sono stati messi in sicurezza, ma degli assalitori nessuna traccia.

L'azione è la terrificante fotocopia di quella compiuta il 21 settembre 2013, quando 10 uomini armati attaccarono il lussuoso centro commerciale Westgate, sempre a Nairobi, uccidendo 63 persone e ferendone 175. La mente dei due attentati potrebbe essere la medesima, quella dello sceicco Abdiasis Abu Musab, responsabile delle operazioni paramilitari di Al Shabaab in Kenya. La notizia viene confermata da fonti vicine all'intelligence di Nairobi. L'attacco di ieri ha avuto almeno tre motivazioni: punire il Kenya per l'offensiva contro il territorio somalo, terrorizzare la popolazione civile per fare pressioni sull'opinione pubblica e ottenere visibilità internazionale per reclutare combattenti e raccogliere fondi in un momento di grave flessione e di perdita di controllo del territorio.

Tra le altre cose l'assalto cade nel terzo anniversario della strage di El Adde dove gli Al Shabaab spazzarono via un intero battaglione di soldati kenyoti in una base somala, uccidendo 141 militari.

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