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Europee a rischio flop Di Maio già minimizza e lancia 5 sconosciute

Presentate le capolista ma la base mugugna Scontro con la Lega sul peso del voto di maggio

Europee a rischio flop Di Maio già minimizza e lancia 5 sconosciute

Cinque carneadi per conquistare l'Europa. Ieri a Roma Luigi Di Maio ha presentato quelle che ha definito «candidature d'eccellenza», ovvero le capolista per il M5s alle europee del 26 maggio. Tutte donne, proprio come fece Matteo Renzi nel 2014, ma estranee alla politica attiva, sulla scorta di quanto fatto dagli stessi pentastellati alle elezioni politiche dell'anno scorso con una serie di personalità della «società civile». «Cinque eccellenze per storia personale e cultura - ha detto Di Maio - rappresentano la meritocrazia, che è un valore». Si tratta di Alessandra Todde, sarda, manager al vertice di Olidata, capolista nella circoscrizione Isole. Poi c'è Chiara Maria Gemma, professoressa di Didattica e Pedagogia speciale all'Università di Bari, candidata al Sud; Daniela Rondinelli al Centro, funzionaria del Comitato economico e sociale europeo di Bruxelles. Al Nord la scelta è ricaduta su Maria Angela Danzì e Sabrina Pignedoli. Danzì, capolista al Nord Ovest, contattata all'ultimo minuto, è stata direttore generale e segretario in diversi comuni, tra cui Genova all'epoca del sindaco Marta Vincenzi del Pd. Pignedoli, che guiderà la lista al Nord-Est, è emiliana, giornalista conosciuta per le inchieste sulla criminalità organizzata al Nord Italia, in particolare in Emilia - Romagna e consulente della commissione parlamentare Antimafia. La decisione sarà ratificata da un voto degli attivisti sulla piattaforma Rousseau.

Lo slogan della campagna elettorale del Movimento sarà «ContinuareXcambiare», alle spalle del capo politico al Tempio di Adriano una sobria scenografia in blu con logo grillino minimal dai contorni bianchi. Per i soliti maligni è un'altra strizzata d'occhio al mondo «moderato» del Partito Popolare Europeo, simbolo di una linea politica che, secondo alcune indiscrezioni, si sta spostando verso il centro. E nemmeno l'idea delle cinque frontwoman dal curriculum importante è passata indenne dalle forche caudine delle polemiche interne. I gruppi parlamentari sono sempre in fibrillazione su questioni «tecniche». A partire dai dubbi sulle nuove modalità di versamento delle restituzioni e le polemiche su privacy e trasparenza di Rousseau, per finire con il varo del riassetto organizzativo ancora sospeso.

A tutto ciò si sono aggiunte le perplessità sulle cinque carneadi. Alcuni parlamentari, anche tra quelli non «dissidenti», hanno criticato la decisione delle capolista «anonime». «Il punto non è pescare dalla società civile - ragionano con Il Giornale fonti M5s - ma lanciare nella mischia cinque candidature dall'ottimo curriculum però senza appeal e sconosciute, sia agli elettori sia agli attivisti».

Non è mancata una stoccata di Di Maio all'alleato di governo, arrivata tramite la critica al sovranismo: «Per noi è difficile pensare di fare delle intese con Le Pen o Orban, che quando c'era da aiutare l'Italia non l'hanno fatto, anche sull'immigrazione. È facile fare i sovranisti con le frontiere italiane». E ancora: «Forze che si stanno alleando con Salvini per le europee hanno detto alla Commissione europea di punire l'Italia per i vincoli di bilancio».

Quindi Di Maio ha minimizzato il valore dell'appuntamento del 26 maggio: «Le elezioni non c'entrano niente con il governo italiano per il risultato».

Una risposta arriva in serata da fonti leghiste: «È chiaro che il risultato del 26 maggio sarà importante per capire come la pensano gli italiani».

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