Politica

Eutanasia per la 17enne depressa, il Vaticano: "Grave perdita per l'umanità"

Sul caso di Noa Pothoven, la ragazzina affetta da disturbi psichici che ha chiesto di lasciarsi morire in Olanda, interviene anche il Vaticano che parla di "grave perdita per l'umanità". Ma l'Associazione Coscioni chiede chiarezza: "Non si è trattato di eutanasia"

Eutanasia per la 17enne depressa, il Vaticano: "Grave perdita per l'umanità"

"L'eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti". A scriverlo su Twitter è Papa Francesco mentre si continua a discutere sul caso di Noa Pothoven, l’adolescente olandese che si è lasciata morire in casa sua con il supporto di una clinica per il fine vita.

"La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza", ha messo nero su bianco il pontefice, mentre in mattinata sulla vicenda della ragazza, una giovanissima blogger e scrittrice che da anni lottava contro depressione, anoressia e disturbo da stress post-traumatico dopo aver subito diverse violenze sessuali quando era poco più di una bambina, era intervenuta anche la Pontificia Accademia per la Vita definendo la sua morte una "grave perdita per l'umanità".

La decisionedi lasciarsi morire di fame e di sete era arrivata dopo mesi di sofferenze, che la ragazza aveva tentato in tutti i modi di esorcizzare raccontandosi attraverso Instagram e sulle pagine di un libro, Winning or Learning, dedicato a chi come lei era lacerato dalle patologie psichiche. “È una tragica sconfitta dell'intera società e soprattutto della società europea”, ha detto anche il presidente dell'accademia pontificia, monsignor Vincenzo Paglia, il quale ha sottolineato come “la seconda causa di morte dei giovani in Europa sia il suicidio”. “Di fronte a questa tragica notizia mi auguro ci sia un sussulto di responsabilità della società europea”, ha detto l’arcivescovo. Quella di Noa è una storia che, “al di là delle connessioni di ordine giuridico, che non sono chiare”, merita una riflessione. “Tutto ciò – ha detto Paglia, ricordando come recentemente anche Papa Francesco fosse intervenuto sul tema della sofferenza dei giovani - interroga profondamente la coscienza degli europei e in particolare la coscienza degli adulti”.

La tragica morte di questa giovanissima di Arnhem, nei Paesi Bassi, riapre il dibattito sul fine vita nel nostro Paese, con il Parlamento che si prepara a discutere una proposta di legge sul “suicidio assistito” a prima firma della deputata grillina Giulia Sarti. Nel testo viene proposta l’opportunità di accedere al “trattamento eutanasico” per chiunque sia maggiorenne, “capace di intendere e di volere, affetto da una condizione clinica irreversibile, ovvero da una patologia a prognosi infausta che non sia di natura psichiatrica o psicologica, tale da procurargli sofferenze evidenti, insostenibili e irreversibili”.

A difendere l'introduzione della norma c'è Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa, che, sentito dall'Adnkronos, chiede di non strumentalizzare la fine di Noa “per allontanare la possibilità che in Italia ci sia una legge sull'eutanasia”. Per Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, il caso della 17enne non sarebbe riconducibile alle pratiche eutanasiche. “L'Olanda aveva rifiutato l'eutanasia a Noa, lei ha smesso di bere e mangiare e si è lasciata morire a casa, coi familiari consenzienti”, sostiene l’esponente radicale, che ha chiesto ai media di fare chiarezza sulla vicenda.

Ma è un altro radicale, Silvio Viale, ginecologo responsabile dell’associazione Exit-Italia, che promuove il diritto all’eutanasia, a ringraziare in un post su Facebook proprio i medici che hanno aiutato Noa a farla finita. “Hai finalmente coronato il tuo desiderio di porre fine ad una vita ormai orribilmente ed inesorabilmente insopportabile”, ha scritto il medico, esprimendo riconoscenza nei confronti dei colleghi olandesi e della ragazza, per aver fatto capire “quanto sia importante avere una legge che permetta di porre fine civilmente alla propria vita, se altre soluzioni non sono possibili”.

In Olanda l’eutanasia è legale dal 2002 ed è concessa anche ai minorenni a partire dall’età di 12 anni, soltanto nel caso in cui venga accertato che i pazienti siano afflitti da sofferenze insostenibili. Nel 2017, secondo i dati pubblicati dal Daily Mail, su un totale di 150mila decessi, almeno 6.

585 olandesi hanno scelto di morire attraverso l’eutanasia.

Commenti