Cronache

Facebook elimina Giada la guerriera sorridente in lotta contro il cancro

Il social ha cancellato foto e diario. Genitori e amici: "Così hanno ucciso i nostri ricordi"

Facebook elimina Giada la guerriera sorridente  in lotta contro il cancro

Il cancro è una brutta bestia che solo le persone più belle riescono ad affrontare col sorriso sulle labbra: Giada Scorza era una di queste.

Il male che se l'è portata via a 20 anni non ha mai avuto la «soddisfazione» di vedere un'espressione di rabbia sul suo viso. Soffriva tanto Giada. Ma il dolore lo teneva dentro di sé. Quel tumore infame non doveva sapere che stava vincendo la partita contro la ragazza più dolce del mondo.

Giada aveva trovato il modo per esorcizzare i graffi sanguinosi del destino: scrivere su Facebook il diario della sua malattia, come se fossero le tappe di una lunga storia a lieto fine. Purtroppo il finale è stato drammatico. Giada se n'è andata per sempre. Sicura però di lasciare su questa terra una testimonianza virtuale, utile per chi si sarebbe trovato nella sua stessa condizione.

Una pagina social seguitissima finché la «guerriera» ha combattuto contro il nemico; poi, quando quest'ultimo le ha inferto il colpo mortale, Facebook l'ha cancellata.

A Sant'Osvaldo (Pordenone), il paese Giada, ci sono rimasti malissimo. Margherita, la madre di Giada non si capacita: «Mia figlia è morta. Ma così rischiano di morire anche i ricordi più belli».

Nessuna cattiveria, ovviamente, solo una prassi che non tiene conto dei sentimenti di chi in quell'album di foto e pensieri aveva deposto i frammenti di un'esistenza destinata a polverizzarsi. La vita su internet, per Giada, era diventata il surrogato della vita reale che stava per fuggirle via. Un modo per tenersi accanto familiari e amici, continuare ad abbracciarli via web in previsione di un addio definitivo sempre più incombente. Poi la minaccia si è concretizzata, ma al funerale di Giada tutti sapevano che il cordone ombelicale non si sarebbe staccato. A tenerlo unito sarebbe stata quella sua pagina dove si parlava di tutto, dove i selfie e i messaggini erano gli stessi di milioni di adolescenti che lo smartphone non lo lasciano neppure per andare in bagno. Oggi a proseguire la battaglia di Giada ci sono però i 10.500 amici Facebook. La loro è una denuncia che brucia: «Nel giorno della morte di Giada, il social in maniera del tutto arbitraria ha rimosso la pagina "Giada Scorza lotta di una guerriera sorridente" che rappresenta per noi tutti l'eredità di questa ragazza speciale». Il profilo personale di Giada Cecilia Scorza è stato reso «Commemorativo» il giorno dopo la sua scomparsa: un'iniziativa spontanea di Facebook che lo ha trasformato in "Ricordo Di". Tecnicamente, essendo Giada «amministratore unico» della sua pagina, con la sua scomparsa è decaduta anche la sua pagina. E per Facebook non ha più ragione di essere. «Tutti i suoi sacrifici sono stati buttati via - ha detto la madre di Giada al Messaggero Veneto, quotidiano che segue la vicenda con particolare sensibilità - ma noi non ci diamo per vinti. Ci siamo rivolti alla polizia postale e abbiamo scritto a Facebook, senza ricevere risposta. Ma noi pretendiamo una spiegazione».

Intanto è stata aperta una pagina in cui si fa appello a ripristinare il profilo pubblico della giovane «altrimenti inviteremo tutti ad abbandonare il social».

«Pretendiamo una risposta in tempi rapidi aggiungono i genitori di Giada -. Il 2 luglio nel locale che gestiamo a Pradamano verrà organizzato un mega evento in ricordo di Giada al quale saranno invitati tutti i suoi amici».

«Abbiamo saputo conclude la signora Margherita che cancellare la pagina e non rispondere è una prassi di Facebook, ma almeno potevano avvisarci. Così facendo è come se mia figlia fosse morta due volte. Se è necessario dimostreremo anche che c'è un certificato di morte che attesta che mia figlia non c'è più e che abbiamo intenzione di raccogliere l'eredità. Vogliamo indietro i suoi dati personali. Le sue foto. È tutto quello che ci resta della nostra amata figlia».

Ma per chi ormai può vivere solo di ricordi, non è poco.

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