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Family day, Chiesa divisa ma la Cei si schiera per il sì

La benedizione di Bagnasco sull'evento di oggi organizzato dai neocatecumenali a Roma. Azione cattolica lascia libertà e Cl si spacca

Family day, Chiesa divisa ma la Cei si schiera per il sì

I primi della fila saranno i neocatecumenali, il movimento cattolico fondato da Kiko Arguello che tiene in mano le redini del Family day, in programma oggi al Circo Massimo a Roma per dire no al ddl Cirinnà, matrimoni gay e stepchild adoption. La mobilitazione di massa del cammino neocatecumenale è dovuta anche al fatto che tra gli aderenti al movimento spiccano il presidente del comitato organizzatore dell'evento, Massimo Gandolfini e il portavoce di «Generazione Famiglia - La Manif Pour Tous» Filippo Savarese. A differenza dell'edizione dello scorso giugno, Arguello non dovrebbe intervenire, mantenendo quindi un profilo più basso, dopo il polverone che aveva travolto il fondatore dei neocat per le critiche al segretario generale Cei Nunzio Galantino.L'universo cattolico che scenderà in piazza per difendere la famiglia tradizionale trova questa volta la «benedizione» del presidente dei vescovi, il cardinale Angelo Bagnasco, che pochi giorni fa aveva pubblicamente definito «condivisibile» il Family day, evento «dalle finalità assolutamente necessarie», ribadendo la posizione della chiesa italiana a sostegno del matrimonio uomo-donna. Nessuna chiara benedizione di Papa Francesco all'evento: Bergoglio nel corso dell'udienza ai membri della Rota Romana ha dato, qualche giorno fa, quella che è la visione generale della Chiesa, precisando che «non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione». Una posizione chiara che però non ha fatto entrare Francesco tra i pro e i contro all'evento: il Papa aveva già chiarito quasi tre anni fa, a pochi mesi dell'elezione, che spetta ai vescovi intrattenere il dialogo con la società civile e con le istituzioni politiche. Un intervento che ha tenuto il Papa nettamente distante dalla piazza, al contrario di quanto succedeva invece nel 2010, quando l'allora arcivescovo di Buenos Aires entrava nel dibattito sui matrimoni gay in Argentina a gamba tesa: «Desidero dare il mio appoggio a questa espressione di responsabilità del laicato», riferendosi a una manifestazione in programma in quei giorni per dire no alle unioni omosessuali.Sulla stessa lunghezza d'onda del Papa anche il segretario generale della Cei Galantino, secondo molti in disaccordo con Bagnasco sul Family Day: «I cristiani consapevoli non hanno bisogno di vescovi piloti». L'Azione Cattolica, come da tradizione, non ha voluto aderire ufficialmente lasciando ai singoli gruppi parrocchiali la libertà di scegliere, proprio come l'Opus Dei. Pieno appoggio al Family day arriva invece dalle Sentinelle in piedi che raggiungeranno in massa Roma per sostenere la manifestazione, dal Rinnovamento dello Spirito, dall'Associazione Giovanni XXIII e da buona parte del Forum delle Famiglie.Schierati in prima fila anche diversi vescovi italiani. L'arcivescovo di Campobasso Giancarlo Bregantini potrebbe essere al Circo Massimo per partecipare di persona. A Ferrara, l'arcivescovo vicino a Cl, Luigi Negri ha invitato le famiglie «ad assecondare questa iniziativa con il massimo dell'impegno», anche se all'interno di Comunione e Liberazione (che non aderisce ufficialmente) si è arrivati a un dibattito molto acceso con malumori legati alle parole del presidente Don Julián Carrón. Il successore di Don Giussani in un editoriale pubblicato dal Corriere della Sera aveva parlato di «lotta accanita» per approvare il ddl Cirinnà, aggiungendo: «Chi ritiene che questo mini le basi della società si oppone spesso con lo stesso accanimento, senza riuscire a sfidare minimamente, anzi alimentando la posizione che combatte».

Una parte di Cl ha criticato apertamente questa presa di posizione di Carrón, decidendo di partecipare in massa all'evento.

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