Cronache

Farsi il segno della croce ormai è un orgoglio soltanto per gli sportivi

Molti i campioni che attribuiscono le proprie vittorie a disegni divini. Anche per cabala...

Farsi il segno della croce ormai è un orgoglio soltanto per gli sportivi

San Nicola protettore di Crotone è partito ieri l'altro per il pellegrinaggio promesso ai fedeli, più di mille chilometri di via Crucis, sotto il sole che frigge e l'aria che frusta, da Vigone, provincia di Torino, praticamente casa sua, lungo nove stazioni sulla linea adriatica da Crotone a Taranto, per passare da Bari, Pescara, Ancona con un trasferimento a Livorno, verso Genova e poi Torino, terra promessa e approdo di una speranza diventata realtà, di un miracolo di provincia che sembrava impossibile, di una preghiera esaudita ad un passo dall'inferno. San Nicola, cioè Davide Nicola, allenatore del Crotone, sta mantenendo la Promessa, «se ci salviamo mi faccio l'Italia in bicicletta», aveva giurato quando i suoi ragazzi sembravano già una squadra di serie B a Natale, condannati a giocare in serie A amichevoli per tutto il girone di ritorno. Una promessa improbabile come premio per un'impresa impossibile, un pò fioretto religioso, un po' rito scaramantico, un po' viva, viva, Sant'Eusebio, protettore dell'anima mia, e un po' Mago Otelma. Utile a fare morale più che a rappresentarne una.

Perché se è vero che il pallone ha ragioni misteriose che la ragione non conosce e che il calcio è l'unica religione che non ha atei il pellegrinaggio grato e la preghiera per assicurarsi la benevolenza degli dei hanno avuto in questi anni sacerdoti trasversali e insospettabili. Cesare Prandelli, quand'era ct della nazionale ai mondiali in Brasile, promise un pellegrinaggio al santuario Mariano Aparecida di San Paolo in caso di passaggio del turno. Passarono invece Costa Rica e Uruguay che avevano evidentemente santi in paradiso migliori dei nostri. In Corea invece il Trap si affidò all'acqua santa, tenuta nascosta in tasca come una reliquia di San Teobaldo, per benedire il campo dei mondiali, accompagnano l'atto devoto, come immortalarono le telecamere, con una più terrena grattata di cabasisi, fondamentale per rinforzare il concetto. Non servirono nè l'una, nè l'altra di fronte al demoniaco Byron Moreno, impassibile perfino di fronte all'intervento divino. Lì del resto si era a casa di Budda.

Perfino Luciano Moggi, in piena Calciopoli, fu beccato a Lourdes «dove vado ormai da vent'anni». Sarà, ma suor Paola, benedetta dalla fede per la Lazio, la buttò lì maliziosa: «A Lourdes ci si va per incontrare la Madonna, non perchè si ha bisogno di qualcosa». Perchè a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. In ogni caso il pellegrinaggio votivo non portò bene nemmeno a Lucky Luciano.

Che sia fede o cabala, lo sport è ormai l'unica ribalta globale dopo l'Angelus in San Pietro dove farsi il segno dello croce prima di entrare in campo, alzare gli occhi al cielo indicando la notte e accarezzare l'erba dopo aver baciato la mano, non è vergogna ma orgoglio, messaggio, senso di appartenenza. Forse anche per questo l'autorevole religioso musulmano saudita Mohammed Alarefe, ha chiesto alla Fifa di vietarlo. É una provocazione, uno scandalo e un cattivo esempio, che poi non sarebbe nemmeno diverso come giudizio da quello inflitto a Gesù Cristo in persona. Solo Artur Boruc, che in Italia è passato della Fiorentina, fu punito per essersi fatto il segno della croce, lui cattolico e del Celtic, davanti alla curva dei Rangers protestanti che quel gesto lo considerano una superstizione papista. Viste la sommossa fu denunciato per turbativa dell'ordine pubblico. Il Padreterno, doping spirituale, aiuta e non fa male, poco importa se c'entri con le vittorie di Hamilton che dice «è Dio che guida la mia mano», del pugile Manny Pacquiao che dopo aver menato mezzo mondo, senza porgere mai la guancia, ora vuoe diventare pastore, o di Kobe Bryant che dice di dovere al Santissimo la forza di superare gli ostacoli. L'importante è crederci sempre. Quando sui muri di una parrocchia di Liverpool negli anni Sessanta scrissero con lo spray «Cosa fare quando Dio verrà a Liverpool?» una mano anonima scrisse sotto «Sposteremo St. John all'ala sinistra..

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