Cronaca internazionale

Al Fayed, il miliardario che accusò la Casa reale e non diventò mai british

Dopo la scomparsa del figlio Dodi e di Lady D, definì i Windsor "la famiglia Dracula"

Al Fayed, il miliardario che accusò la Casa reale e non diventò mai british

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Mohamed Al Fayed è morto un giorno prima di suo figlio, ventisei anni dopo. C'è un legame tra la sua scomparsa e quella della regina Elisabetta II e del suo consorte Filippo. Perché proprio l'egiziano Mohamed Fayed, che a Londra aggiunse al proprio cognome l'Al, denunciò un complotto omicida della famiglia reale teso a eliminare, in una notte sola, quella del 31 agosto del 1997, suo figlio Dodi e la principessa Diana a lui legata, per impedire il matrimonio di una principessa con un musulmano. Furono giorni, settimane e mesi di voci cattive per i reali inglesi e per il gossip dei tabloid britannici. Fayed era convinto delle proprie parole, definì i Windsor «la famiglia Dracula». I fedeli della religione musulmana si sono riuniti alla moschea in Regent's Park e il funerale si svolgerà secondo i riti dello stesso credo.

La storia e l'avventura di Mohammed Fayed parte da Alessandria di Egitto in una data non sempre definita, lui accreditava il 1933, in seguito si accertò che la nascita risaliva al 1929. Fece lavori vari, tra questi facchino al porto, prese a vendere macchine per cucire e bibite quando conobbe e si innamorò, su una spiaggia di Alessandria d'Egitto, di Samira Khashoggi, sorella di Adnan, imprenditore e trafficante d'armi che lo assunse al settore import export. Il matrimonio venne celebrato nel 1954, si sciolse due anni dopo e in quell'arco di tempo nacque Dodi. Nel 1958 Fayed partì per Genova, per poi trasferirsi a Londra dove si improvvisò consigliere del sultano del Brunei e creò la Genevaco, una ditta di spedizioni e, dopo un incontro con lo sceicco del Dubi, si occupò del cantiere di riparazioni marittime in quel porto. Gli affari andavano a mille, nel giro di pochissimi anni Fayed arrivò a comprare, era il 1979, il Ritz Hotel di Parigi, il sito da cui partì l'ultimo viaggio in auto di suo figlio e di Diana. Ormai aveva chiaro il suo progetto, mettersi in concorrenza con i capitalisti inglesi e la tappa più clamorosa avvenne quando superò l'offerta presentata dal colosso delle estrazioni minerarie, la Lonrho (del cui board aveva fatto parte per nove mesi), per l'acquisto della House of Fraser, la holding che controllava i grandi magazzini Harrod's, una istituzione inglese, quasi come la famiglia reale. Il governo di Londra, sollecitato dall'azionista di Lonrho, Roland Rowland, accusò Fayed, che aveva aggiunto l'Al al proprio cognome, di avere manipolato le carte dell'offerta e dell'acquisto. Fayed dimostrò di avere un patrimonio trasparente e quindi in regola per comprare Harrod's, l'affare si concluse per 615 milioni di sterline. Per completare la sfida, prese in locazione, per anni 50, la dimora parigina dei duchi Edoardo e Wallis, provvedendo a un restauro faraonico che gli valse, nel 1989, il più alto riconoscimento della città. Non si fermava il contenzioso con il governo, venne accusato di avere corrotto due ministri che avevano presentato interrogazioni parlamentari in suo favore, accertati i fatti i due parlamentari rassegnarono le dimissioni. Ma ormai l'attività di Fayed non aveva limiti, cercò di comprare London News Radio, fece un'offerta per l'Observer e acquistò la rivista umoristica Punch. Tentò in tutti i modi di ottenere la cittadinanza britannica, richiesta puntualmente respinta. Sovvenzionò senza successo la campagna elettorale di numerosi candidati del Partito conservatore. Decise di investire nello sport, acquistando il Fulham, di cui divenne presidente, e chiese a Michael Jackson di presenziare alle partite al Craven Cottage di Londra. Il club fu poi venduto al milionario Shahid Khan. Nel 2006 mise sul mercato le azioni di Harrod's che passarono, in cambio di due miliardi e mezzo di sterline, nella proprietà di un fondo qatariota.

Non aveva mai rinunciato all'accusa contro i Windsor per la morte del figlio nell'incidente sotto il ponte dell'Alma di Parigi. Le indagini avevano escluso qualunque coinvolgimento della famiglia reale ma Mohammed Al Fayed ha lasciato in eredità ai suoi cinque figli e alla moglie, Heini Wathèn, ex modella finlandese, il sospetto che il regno inglese abbia messo fine ad un bellissimo matrimonio, in quell'ultima notte di agosto.

La stessa che si è portata via Mohammed e la sua lunga storia.

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