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Fazio si lamenta ancora Giletti quasi fuori dalla Rai

Lo showman: «Accuse intollerabili». Il conduttore de «L'Arena» sempre più infuriato con l'azienda

Fazio si lamenta ancora Giletti quasi fuori dalla Rai

Ed ecco come Fabio Fazio risponde alla valanga di polemiche che lo hanno sommerso per il maxi contratto siglato con la Rai: cercando di passare dalla parte della vittima. «Contro di me ci sono state polemiche di inusuale violenza... Ho trovato le accuse che mi sono state mosse eccessive e insopportabili per la violenza verbale. C'è stato anche chi ha invocato sollevazioni popolari contro di me e addirittura di imbracciare i kalashnikov». Così si è difeso ieri il conduttore durante la presentazione ufficiale a Milano dei palinsesti autunnali della Rai, dove era atteso dai giornalisti dopo giorni di fuoco e interventi in effetti durissimi da parte di esponenti politici e del pubblico via web. Che si indigneranno ancor di più nel sentire Fazio definirsi una vittima dopo aver siglato un contratto che prevede 11,2 milioni di euro in quattro anni per presentare Che tempo che fa su RaiUno.

Dal suo punto di vista, Fazio replica che il contratto segue «le logiche di mercato che tengono conto del valore che un artista porta». «Io avevo già una opzione - racconta - pronta con un'altra azienda televisiva, di cui non posso rivelare il nome, ma non ho mai detto che fosse La7, che scadeva il 23 giugno e che era economicamente più alta di quella della Rai. L'ho fatto presente alla Rai sottolineando ovviamente che il mio cuore e il mio dna battevano ancora per l'azienda di Stato. Mi è arrivata un'offerta in extremis il 22 giugno e ho accettato. Non c'è nessun lavoro al mondo dove si chieda di essere pagati meno. Non vedo perché avrei dovuto rifiutare l'offerta economica che mi è stata fatta». Per diversi motivi, oltre a quelli etici: in primo luogo perché mezzo Parlamento aveva chiesto di calmierare i cachet degli artisti e anche per non rovinare l'immagine del presentatore medesimo nell'opinione pubblica. Ma questo si capirà il 24 settembre quando si vedrà l'accoglienza (da misurare in share) del pubblico di RaiUno.

«Ho molto rispetto per le istituzioni - ha proseguito il presentatore - ma il vicepresidente del Senato, Gasparri, dovrà dimostrare quello che ha detto (e cioè che non sarebbe esistita alcuna offerta di nessun'altra rete e che, quindi, Fazio avrebbe mentito per concludere la trattativa con la Rai). La Rai non è ingenua, se mi ha proposto questo contratto avrà fatto i suoi conti sugli introiti pubblicitari. Che tempo che fa ha degli spot da quindici secondi che valgono in media 40mila euro». Conclusione: «Se la Rai dovesse ripensarci non avrei alcun problema a non dare esecuzione agli accordi presi fino a qui». Cosa a cui il nuovo dg Mario Orfeo non pensa affatto: ieri ha sottolineato di essere molto soddisfatto di essere riuscito a trattenere il conduttore e che «con lui l'azienda ci guadagnerà». Aggiungendo che «prende lo stesso cachet dell'anno scorso aumentando le ore di programmazione». Ma quanto costerà in tutto questo Che tempo che fa? Probabilmente 20 milioni di euro in quattro anni, perché oltre agli 11 milioni di compenso per Fazio, bisogna mettere in conto anche la produzione in appalto esterno.

Per un presentatore che viene ricoperto d'oro, a un altro viene chiuso un programma che vale oro. Stiamo parlando di Massimo Giletti, la cui Arena è stata cancellata dai palinsesti della prossima stagione. «A lui abbiamo offerto 12 prime serate musicali al sabato - ha spiegato Orfeo -. Poi lui ha chiesto di mantenere la sua cifra giornalistica e gli abbiamo proposto dei reportage estivi dai fronti caldi del mondo dove ci sono contingenti italiani». Giletti, non presente ieri all'evento, ha già fatto sapere di non voler accettare, ma di rivolere la sua Arena, anche se trasferita in seconda serata. In caso contrario è pronto a lasciare la Rai. Nei prossimi giorni vedremo come andranno le trattative.

In sua difesa si è schierato il consigliere Rai Giancarlo Mazzuca che su Radio24 ha spiegato che «ci sono stati condizionamenti politici per abolire L'Arena» e «che si sono state due pesi e due misure per Fazio e Giletti», tanto da non aver votato in cda per il contratto del presentatore savonese.

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