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di fazzo con mister x

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Gli «obblighi di riservatezza» impongono all'avvocato Gianluca Meranda di rendere noti, per ora, chisiano le «compagnie petrolifere e le banche d'affari« per conto delle quali il 198 ottobre era nella hall dell'Hotel Metropol di Mosca. Il problema è che quell'incontro ora è al centro dell'inchiesta per corruzione internazionale aperta dalla Procura della Repubblica di Milano, che ha in mano il file audio della sua registrazione. E davanti ai pm milanesi, che si preparano a interrogarlo nei prossimi giorni, Meranda - calabrese, 49 anni, attivo a suo dire «tra Roma e Bruxelles» - non potrà avvalersi di alcun segreto professionale. Dovrà spiegare per filo e per segno chi lo mandava, chi fossero itre interlocutori russi, e quali siano i rapporti con Gianluca Savoini, il leghista di stanza a Mosca oggi incriminato per corruzione.

Meranda sostiene che nell'incontro si parlava di «compravendite internazionali» e di «oil products», e che «nonostante gli sforzi delle parti», la trattativa non si perfezionò. Ma non fa cenno al passaggio delle registrazioni in cui proprio lui fa riferimento alla campagna elettorale della Lega e alla necessità di sostenerla con una quota dello sconto sul greggio.

É quello il passaggio chiave della registrazione, e che per la Procura chiama in causa direttamente Gianluca Savoini e i suoi contatti con la Lega. Da quando lo scandalo è esploso, i vertici del Carroccio - a partire dal vicepremier Matteo Salvini - stanno minimizzando il ruolo di Savoini.

Ma più passa il tempo e più emergono dettagli che dipingono il faccendiere come una sorta di plenipotenziario leghista in terra di Russia. A partire dalla risposta che Salvini diede a una intervista

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