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Le femministe che odiano la bellezza

Le femministe che odiano la bellezza

Chi di femminismo ferisce di femminismo perisce. Povera Emma Watson, in questo 8 marzo siamo più che mai solidali con l'attrice 26enne famosa per aver interpretato il ruolo di Hermione nei film di Harry Potter e prossima protagonista del film Disney La bella e la bestia. La giovane star che nel 2014 a New York da ambasciatrice di UN Women tenne un pomposo discorso sulla parola «femminismo», deve pararsi dagli attacchi delle femministe. Quale la sua colpa? La bella e longilinea Emma ha posato per l'edizione britannica di Vanity Fair con le tette al vento. A dar fuoco alle polveri la conduttrice radiofonica Julia Hartley-Brewer su Twitter: «Il femminismo, il gender gap: perché non vengo presa sul serio? Il femminismo, oh, ed ecco le mie tette». Da lì il coro moralista delle donne pronte a infilzare la portavoce onusiana rinfacciandole la sfacciataggine di chi pretende di affrontare temi seri mostrando centimetri di pelle levigata e sensuale. Spiazzata dalla protesta, Emma ha spiegato: «Per il femminismo le donne devono avere una scelta, non è una bacchetta con cui colpire le altre donne. È una questione di libertà. Non so cosa c'entrino le mie tette». Le tette c'entrano eccome, sin dalle origini dell'universo, le tette sono natura e peccato, voluttà e tentazione. Se ci avesse chiesto consiglio, l'avremmo messa in guardia: i seni nudi non te li perdoneranno, un tempo l'esibizione del corpo era protesta libertaria, oggi va di moda il dogma della castigatezza. Invece Emma sembra cadere dalle nuvole. Nella già citata allocuzione onusiana l'attrice esprimeva stupore per aver scoperto che «femminismo è diventata una parola impopolare», «le donne rifiutano di identificarsi come femministe» e «battersi per i diritti delle donne è diventato sinonimo di odiare gli uomini». Adesso che il femminismo in salsa contemporanea ha colpito lei, si disvela al mondo il giochino maschilista di chi esalta le donne purché caste e addomesticate. Come accaduto in Italia attorno alla parentesi cyberbullista con lo stacco di coscia, le più spietate nella censura sono proprio le donne. Vuoi essere presa sul serio? Copriti! Il look è il biglietto da visita ma poi c'è pure la competenza e la capacità di trasmettere messaggi importanti. Si può essere bardate dalla testa ai piedi e apparire sciocche e volgari. Il servizio di Vanity Fair con Emma che indossa un bolerino Burberry è un seminudo artistico per una rivista patinata. Il problema delle femministe, cara Emma, è un altro, è che tu sei bella.

E la bellezza non si perdona.

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