Politica

«Fermare l'immigrazione? Investite in Africa»

L'Europa sta commettendo errori epocali in Africa. «L'Europa e l'Occidente devono considerare l'Africa, con il suo incredibile scrigno di opportunità e di antiche sapienze, una grande risorsa per l'Umanità e non solo il continente dal quale saccheggiare materie prime. Occorre riportare nei paesi africani il lavoro, le industrie, le attività manifatturiere in grado di dare lavoro e di sviluppare sul posto ricchezza e pace sociale. Arrivano in Europa i disperati in fuga da guerre, carestie e crisi economiche, spesso indotte dagli errori dell'Occidente. Una marea umana difficilmente arrestabile se non si invertono le politiche economiche».

Matthew Teambo ministro del Lavoro della Sierra Leone, in visita ufficiale con una vasta delegazione in Italia, guidata dal console onorario Alessandro Rosso e dall'attachè economico Maggiore Edward Yamba Koroma - anche in vista dell'Expo - per incontrare vari imprenditori italiani che hanno interessi nel Paese africano e per un articolato progetto di housing sociale, è lapidario a riguardo. La questione dell'immigrazione clandestina di massa si può contrastare solo con mirate politiche di sviluppo economico sul posto, favorendo la crescita dell'agricoltura, della pesca, dell'artigianato e dell'industrializzazione diffusa, con le ricadute positive in posti di lavoro, crescita sociale e interscambio commerciale. Ci sono quindi gravi errori di scelte politiche, economiche e diplomatiche nelle cancellerie dei paesi europei ed occidentali che aggravano e non migliorano, da nord a sud, l'attuale crisi africana.

Le richieste che più di frequente sente rivolgere all'Italia e ai paesi europei sono «Venite ad investire da noi, portate lavoro, conoscenze, capacità tecnica e troverete terre incredibilmente ricche di opportunità. In Sierra Leone abbiamo possibilità di sviluppo nel settore minerario, che è uno dei più ricchi dell'Africa Occidentale (è il primo paese produttore di diamanti, oro, platino e bauxite, ndr), nella pesca, nel manifatturiero, nell'agricoltura per la coltivazione e la trasformazione di cacao, caffè, riso e zucchero. Disponiamo di milioni di ettari da destinare all'agricoltura. Abbiamo bisogno di incrementare ogni settore dell'industria, del turismo, delle energie tradizionali e rinnovabili, delle infrastrutture e dei trasporti sia terrestri che fluviali. La Banca Mondiale, in una recente relazione, ha indicato il nostro Paese, tra i più sicuri per gli interscambi commerciali e industriali».

Ma molti temono proprio la stabilità politica di molti paesi africani. «In Sierra Leone stiamo sviluppando un vasto piano di crescita sociale per dare lavoro e opportunità ai nostri giovani, includendo nei programmi anche l'housing sociale - da realizzare con aziende italiane - rivolto alle nuove coppie, per contrastare la violenza che la disoccupazione provoca. Uno dei settori nei quali stiamo investendo è quello della sicurezza per garantire la stabilità». Tra le maggiori iniziative italiane ancora in corso in Sierra Leone, c'è il progetto idroelettrico della diga di Bumbuna per un importo complessivo di circa 18,13 milioni di Euro.

Una volta in funzione, la centrale idroelettrica potrà dare energia alla città di Freetown.

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