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Fi taglia la strada al Conte-bis: "L'unica via è il voto subito"

L'azzurra Bernini: i problemi del governo non sono nati la settimana scorsa. Tajani: niente accordi col Pd

Fi taglia la strada al Conte-bis: "L'unica via è il voto subito"

Nel giorno in cui il presidente del Consiglio rassegna le dimissioni, candidandosi al contempo a un bis, e i renziani tentano una rivalutazione postuma del governo gialloverde, Forza Italia e Fratelli d'Italia fanno risuonare la loro richiesta di tornare a votare prima possibile senza mettere in campo acrobatici tentativi di democrazia al contrario, portando chi ha perso le ultime elezioni alla guida del Paese.

Silvio Berlusconi osserva il dibattito da Arcore e si prepara a venire a Roma nella giornata di oggi per fare il punto con lo stato maggiore del partito. L'indicazione è che Forza Italia si presenterà alle consultazioni con il Capo dello Stato - probabilmente fissate per giovedì - guidata dal suo presidente insieme alle capigruppo di Camera e Senato. Non ci sarà quindi una delegazione unica del centrodestra.

È proprio Anna Maria Bernini a esprimere in aula la posizione di Forza Italia. Un intervento in cui la presidente dei senatori azzurri smonta la teoria autoassolutoria del premier Conte. «Ma lei in questo ultimo anno a Palazzo Chigi dov'era? Sulla luna? Vuole farci credere che i problemi nel suo governo sono sorti solo nell'ultima settimana? Non ci possiamo permettere l'esercizio provvisorio e l'aumento dell'Iva da voi inserito in legge di Bilancio. Siamo convinti che tutto questo vada evitato ma per questo bisogna andare il più velocemente possibile al voto. L'unico antidoto al precipitare dalla crisi è la stabilità politica, che viene solo da nuove elezioni». Un ragionamento accompagnato dalla stoccata al premier accusato di aver rassegnato le sue dimissioni con un obiettivo preciso: ottenere un nuovo incarico: «Lei vorrebbe fare un Conte bis. Lei ha aperto questa crisi veramente troppo tardi sulla pelle degli italiani, si è rivolto solo a una parte dell'emiciclo che doveva recepire qualche messaggio. Lei vuole rimanere lì dov'è». E se Maurizio Gasparri ribadisce che «governi di salvezza nazionale con le sinistre non ci riguardano e non ci interessano, noi guardiamo al percorso della storia e non alle miserie della cronaca», Renato Schifani fa notare che «per il M5s la parola cambiamento ha più significati che si stendono fino a ricomprendere la possibilità di cambiare tranquillamente alleato di governo pur di tenere le poltrone ed evitare un voto che lo spazzerebbe via». E anche Antonio Tajani taglia corto: «Sia chiaro a tutti che non andremo mai con M5s e i renziani». Niente inciuci e Nazareni bis, dunque: «Sono barzellette i rumors che parlano di spezzoni di Fi pronti a sostenere un esecutivo con pentastellati e dem».

La richiesta di un veloce ritorno alle urne risuona anche nelle parole di Ignazio La Russa per Fratelli d'Italia. «Vi chiedo di dire pane al pane, vino al vino. Lo capisce anche un bambino che si è creato in questo Parlamento il partito di chi ha il terrore del voto. Non c'è nessuna argomentazione che possa nascondere ciò che oggi unisce il M5s, il Pd e l'estrema sinistra che altro non è se non il terrore del responso elettorale. Allora ditela la verità. Noi forti della nostra coerenza ribadiamo che si deve andare a votare perché un governo non può essere di contratto, e voi ne volete fare un altro peggiore di quello che sta cadendo». Infine lo stesso La Russa ha mandato un messaggio chiaro a Salvini nel caso in cui si facesse strada l'ipotesi di un nuovo patto con i Cinquestelle: «Errare è umano, ma perseverare è diabolico». E il senatore Francesco Zaffini di Fdi rivolge una domanda-chiave a Giuseppe Conte.

«Sei disponibile a una nuova maggioranza con il Pd e Liberi e uguali?».

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