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Fiducia a picco ad agosto: nuovo passo falso di Renzi

I dati Istat di consumatori e imprese smontano i proclami del premier. Confesercenti: "Preoccupante"

Fiducia a picco ad agosto: nuovo passo falso di Renzi

Che poi la verità, diciamocelo, la incontri già per strada. La vedi le mattine al bar, nel mercato, tra la gente. Negli stessi tuoi occhi allo specchio, là dove t'imbatti nel riflesso della tristezza che scorgi in giro. E lo noti da tempo, assai prima del terremoto.

L'Italia torna dalle vacanze, ma soprattutto con i piedi per terra. Reduce da certe ubriacature moleste che sembrano averle tagliato le gambe. Un caravanserraglio di rose e fiori, e sol dell'avvenire nel taschino. Ce l'aveva promesso, no assicurato, quel tipetto di Firenze. Già, quel Matteo. Lui e le sue riforme, la sua Mariaele Boschi. Che panzane, che buggeratura. Non lo diciamo noi: da ieri lo certifica la statistica, dopo aver registrato la variazione nulla del Pil nel secondo trimestre. Cala la fiducia di consumatori e imprese ad agosto, certifica l'Istat. Una frenata che rischia di pesare sulla legge di Stabilità. Più che frenata, il Paese continua a vivere nel suo torpore. Essere semplicemente ottimisti non serve, come documenta l'analisi lucida e circostanziata di Confesercenti, tutt'altro che dettata da allarmismo. Il calo è comunque preoccupante, spiega Confesercenti, «perché appare in contrasto con le valutazioni e le attese sul bilancio delle famiglie, che sono invece positive. Sembra essersi consolidato un clima di non fiducia quasi strutturale nel futuro del paese, che potrebbe portare a un rallentamento della spesa delle famiglie nella parte finale dell'anno».

I numeri sono pesanti: l'indice del clima di fiducia tra i consumatori passa da 111,2 di luglio a 109,2 di agosto, quello delle imprese da 103 a 99,4. La percezione del clima economico scende da 129,8 a 125,5, diminuendo per il quinto mese consecutivo; le componenti personale, corrente e futura, viaggiano all'indietro. Peggiorano le aspettative sulla disoccupazione (dato peggiore da gennaio 2015) e anche sulle possibilità future di risparmio, come sull'opportunità attuale all'acquisto di beni durevoli. C'è chi vede «un autunno nero» e chi un «pesante tonfo».

Ma è l'aggettivo «strutturale» usato da Confesercenti a doverci far riflettere, sembrandoci veritiero e terribile allo stesso tempo, lontano anni luce dalle allegre bufale che albergano a Palazzo Chigi. Perché sta proprio nell'assuefazione alle fole, a un certo modo d'intendere politica ed economia, che si nasconde la chiave della sfiducia in consolidamento tra gli italiani. «Il governo ha fallito e se ne deve andare», taglia corto il leghista Calderoli. «Nessuno ha più fiducia in Renzi, il Bomba è nudo, e non può far altro che nascondere i disastri dell'economia dietro il referendum costituzionale», gioisce il blog di Grillo. Anche l'azzurro Brunetta è costretto mestamente a chiedersi, «con spirito responsabile e costruttivo, a che cosa siano serviti gli 80 euro». Forse a raggiungere quel 41 per cento truccato dalla scarsa partecipazione alle Europee che sembrò condere una legittimazione? E non è stato peggio l'effetto-boomerang sulle aspirazioni, le aspettative, le speranze di un popolo che pure gli aveva dato credito come ultima spiaggia? Oggi si sa pure che, dietro una spiaggia, per fortuna ce n'è sempre un'altra.

Basta non perdersi d'animo, come dopo un terremoto. D'altronde chi più dello Spirito Santo ha insegnato che «morto un Papa se ne fa un altro»?

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