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"Finanziamenti sospetti a chi salva i migranti Sorvegliamo le Ong"

Parla il procuratore capo di Catania: le ombre sulle associazioni no profit che operano in mare

"Finanziamenti sospetti a chi salva i migranti Sorvegliamo le Ong"

Soggetti accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, i costosi interventi di soccorso in mare da parte delle Ong, il fenomeno della radicalizzazione. Questo e altro ancora è al vaglio della procura di Catania. Lo conferma il procuratore capo Carmelo Zuccaro, che nei giorni scorsi ha avuto un'audizione davanti alla commissione Schengen.

Qual è la linea della procura etnea nei confronti degli scafisti «per forza», ossia gli immigrati assurti al ruolo di Caronte per viaggiare gratis o perché scelti dagli organizzatori?

«La procura di Catania persegue il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Riguardo agli scafisti occasionali, scelti all'ultimo perché hanno nozioni minime di navigazione, la condotta a loro asseribile, la violazione dell'articolo 12 della legge Bossi-Fini, non appare connotata da requisiti di gravità tale da giustificare l'adozione di una misura cautelare, quindi si procede sì penalmente per il reato, ma a piede libero, perché non si distinguono in maniera rilevante dagli altri immigrati che condividono la loro sorte».

Che attenzione rivolge la procura alle Ong?

«Un punto interrogativo che ci siamo posti riguarda i finanziamenti. Abbiamo la contezza di enormi costi dell'operazione. In alcuni casi si parla di 400mila euro mensili come per la nave Moas. Sui finanziatori potremmo svolgere indagini incisive, con l'iscrizione di un procedimento penale con notizia di reato, ma ad oggi abbiamo sospetti ma non indizi che giustifichino apertura di notizia di reato, per cui possiamo solo cercare di capire in maniera indiretta chi sono i finanziatori. Nel giorno in cui appureremo che sono state violate le regole di ingaggio potremo fare accertamenti bancari. Non sarà facile arrivare a risultati approfonditi perché alcune navi battono bandiere di Stati non collaborativi. Ma ci tenteremo».

Potrebbe esserci connivenza con le consorterie criminali?

«È una possibilità, non suffragata da un indizio di prova. Come lo è che si favoriscano gli accessi verso alcuni Stati rispetto ad altri, e anche che siano mosse solo da fini filantropici. Ma il reato di agevolazione dell'immigrazione clandestina è perseguibile qualunque sia il fine».

È reato arrivare fin quasi in spiaggia per soccorrere gli immigrati appena salpati?

«Non è reato andarli a prendere invadendo le acque di un Paese straniero. È punita un'attività di ingresso in Italia senza rispettare le regole di ingaggio, che stabiliscono che le navi debbano portare i migranti nel porto più vicino, che non è certo l'Italia».

Avete una persona nel mirino delle indagini?

«Quella sulle Ong non è un'indagine penale, solo conoscitiva. La nostra attenzione non riguarda singoli individui ma associazioni private».

Attenzione è stata posta su Nawal Soufi, meglio nota come «Lady Sos»

«Al momento escludiamo che ci sia un interesse economico nel fatto che indichi ai trafficanti i numeri da chiamare per far venire a prendere le navi cariche di migranti. È una questione ideologica».

State indagando sulla radicalizzazione nelle carceri e nei campi in cui gli immigrati sono assunti in nero?

«Sì. Ci giungono segnalazioni molto concrete di fenomeni di reclutamento, di radicalizzazione nelle carceri. Quanto ai campi in cui viene richiesta manovalanza straniera in nero, come nel Ragusano, abbiamo indagini in corso.

Sono soggetti radicalizzati che attraggono gli stranieri per avviarli al fondamentalismo».

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