Economia

Quella Finanziaria che teme il futuro

I giovani non si fidano di una riforma della Costituzione fatta da chi non guarda a loro e al futuro

Quella Finanziaria che teme il futuro

Il numero di giovani adulti fra i 18 e 34 anni che in Italia vivono in casa dei genitori, perché non hanno un lavoro, oppure lo hanno ma non si sentono sicuri del futuro e non si fanno una casa, anche in affitto è in ulteriore aumento. Lo rileva Eurostat, l'Istituto statistico dell'Unione europea, che calcola questi giovani fra 18 e 34 anni che in Italia vivono con la mamma, nel 2015 è giunta al livello record del 67,3% dei giovani di quella fascia di età. La media dell'Unione europea, che include anche i Paesi dell'Est ex comunisti è il 47,9%. L'Italia è al vertice di questa graduatori negativa superata solo dalla Slovacchia. Per la prima volta, nel 2015, i giovani fra i 25 e i 34 anni che stanno con i genitori, da noi, arrivano al 50,5% con un aumento di due punti sul 2014. Un quarto di questi giovani ha il posto fisso: ma, evidentemente, ha paura del futuro e non si fa una propria abitazione; per quella in proprietà è ostacolato dall'imposta di registro sull'acquisto dell'immobile, che anche per la prima casa è molto alta, sommata con i costi notarili. La media europea di quelli che vivono coi genitori, per questa fascia di età, è il 28,7%; in Danimarca 3,7%. Il presidente dell'Inps Tito Boeri osserva che nella legge di Stabilità per il 2017 c'è molto per i pensionati e per gli anziani, poco per i giovani. Aggiungo che il debito pubblico continua a crescere perché il deficit pubblico si abbassa troppo lentamente. In questa legge è al 2,4%. Nel 2014, come spiega l'Istat, avevamo un deficit al 3%, nel 2015 è calato al 2,6 % di 0,4 punti; ma la spesa per interessi sul nostro debito pubblico nel 2015 è scesa di 0,4 punti, a causa dei bassi tassi di interesse praticati dalla Banca centrale. Grazie a questa azione monetaria della Banca centrale europea negli ultimi 4 anni la spesa per interessi del nostro governo è scesa dello 1%. Se esso li avesse usati per ridurre il deficit, questo nel 2017 sarebbe allo 1,4% e non al 2,4%. Con la prima cifra noi avremmo un bilancio in quasi pareggio e il rapporto debito pubblico/Pil scenderebbe notevolmente in rapporto al Pil; con la seconda cifra c'è un deficit che non fa scendere il nostro debito e può farlo crescere. Abbiamo un premier giovane che guida un governo di giovani e che non fa niente per i giovani. Questi mi pare, non osano farsi una propria casa perché vedono un futuro pieno di nubi e non si sentono di assumere oneri a lunga scadenza. Leggono e sentono dai media che il Jobs Act ha smesso di creare nuovi posti di lavoro, che i deficit pubblici sono elevati e il debito cresce. Dagli ultimi sondaggi risulta che i giovani che dichiarano di voler votare No al referendum sono una grande maggioranza e solo e solo nella fascia dell'età più anziana i Sì prevalgono (di poco) sui No.

I giovani non si fidano di una riforma della Costituzione fatta da chi non guarda a loro e al futuro.

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