Politica

Le finte riforme da Monti a Renzi: incomplete 2 su 3

Lodovica Bulian

«Mille giorni per cambiare l'Italia», «passo dopo passo», recita la narrazione renziana. Sì, ma almeno altri mille ce ne vogliono per vedere entrare in vigore riforme annunciate, approvate, pontificate, e invece poi rimaste sulla carta. Incompiute. Scadute per decorrenza dei termini. Intrappolate in una mole di centinaia di decreti attuativi mai emanati. Mille e trentadue giorni è infatti il tempo medio, calcolato nel minidossier Openpolis Il secondo tempo delle leggi, che i ministeri impiegano per dare alla luce i provvedimenti di attuazione necessari a rendere operative leggi già approvate dal governo. Il record ce l'ha l'esecutivo Renzi che dopo aver smaltito l'arretrato ereditato da Monti e Letta, ha accumulato oltre mille atti da emanare. Si tratta di norme attese dagli italiani, spesso di contributi rivendicati e contabilizzati nel «ciò che è stato fatto» negli slogan da campagna elettorale a volte senza che siano davvero stati erogati.

Un limbo che dura mesi, spesso anni: basti pensare che per norme diventate legge negli ultimi cinque, in lista d'attesa ci sono ancora 709 provvedimenti da emanare e che il 65% delle leggi che hanno rinviato ad almeno una norma attuativa è incompleto. Un peso ora tutto sulle spalle del fragile esecutivo Gentiloni che in questi giorni deve dare seguito a misure urgenti come l'Ape, l'anticipo pensionistico che deve entrare in vigore dal 1° maggio, o ai bonus contro la povertà. Quello sugli aiuti alle famiglie numerose, per esempio, 500 euro indirizzati a 72mila nuclei, è stato approvato solo pochi giorni fa ma attendeva da oltre un anno, congelato nella legge di Stabilità del 2015. A proposito di leggi di bilancio, le ultime cinque (dal 2013 al 2017) hanno richiesto in tutto 425 provvedimenti attuativi, per una media di 85 ciascuna. E non tutti sono stati emanati. Il ministero dell'Economia guidato da Padoan è quello maggiormente sommerso dall'arretrato: finora ha adottato 122 atti su 300.

Delle 282 leggi approvate nella legislatura, tra ordinarie e decreti d'urgenza, con Renzi ben 74 hanno rinviato a 1.071 provvedimenti attuativi. A questi bisogna aggiungere i 357 decreti di attuazione generati sotto Letta e 641 sotto Monti. In totale i governi hanno poi lasciato in eredità 149 norme ancora da completare (il 65,64% del totale). Ed è ancora del governo Renzi la percentuale più alta di leggi non ancora compiute, pari all'80%. Alcune hanno addirittura un grado di attuazione pari a zero: da oltre tre mesi si attende un decreto attuativo della riforma del terzo settore, tre provvedimenti previsti della Legge Europea 2015/2016 e una norma della legge per l'area di Taranto. La semplificazione dell'autorizzazione paesaggistica per interventi di lieve entità è stata emanata il 20 gennaio, ma era parte di una legge del 2014. E poi ci sono i 154 decreti attuativi risalenti ai governi Monti e Letta, di cui 74 sono ormai scaduti. A conti fatti si tratta quasi della metà, il 48,05%. Per altri 78 non c'è scadenza.

Per fortuna.

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