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La finzione di Conte avvocato super partes: "Non sono un grillino..."

Il premier scioglierà la riserva entro 48 ore. E prova a smarcarsi: "Non sono iscritto al M5s"

La finzione di Conte avvocato super partes: "Non sono un grillino..."

Il premier incaricato Giuseppe Conte si smarca dal M5s e prova a sbloccare la trattativa per la formazione del governo. In collegamento da Palazzo Chigi con la festa de Il Fatto Quotidiano alla Versiliana - l'avvocato del popolo spezza il legame con i Cinque stelle: «Definirmi M5s è inappropriato. Bisogna attenersi ad alcuni dati di fatto oggettivi. Io non sono iscritto al M5s, non partecipo alle riunioni del gruppo dirigente politico, non ho mai incontrato i gruppi parlamentari, anzi mi piacerebbe farlo per spiegare il programma. Resta il dato che c'è molta vicinanza, li conosco da tempo, lavoro con il M5s molto bene e il Movimento mi ha designato come ministro».

L'appartenenza di Conte al Movimento è infatti uno dei motivi di scontro tra le due forze della maggioranza. Per il Pd, Conte è del M5s: la vicepresidenza spetta, dunque, al Pd. Per Luigi Di Maio, Conte è un super partes: al Movimento tocca una vicepresidenza. Conte fissa poi i tempi per arrivare alla scelta dei ministri e sciogliere la riserva: «Non sarà lunedì, forse sarà tra martedì, massimo mercoledì: secondo il cronoprogramma dobbiamo poter chiudere, quindi sciogliere la riserva, ovviamente confido positivamente». Infiamma la platea de Il Fatto quando chiarisce che i ministri saranno incensurati: «Ministri incensurati? È una premessa indispensabile». Non svela però nomi. Ma conferma le difficoltà nell'individuazione delle donne: «Lavorerò per evitare una squadra tutta maschile e riconoscere al genere un adeguamento riconoscimento». Conte sfiora solo l'argomento della rottura con il ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Ora sono proteso al futuro. Invito a considerare la mia conferenza del 3 giugno. Lì c'era tutto. È quella in cui ragionavo di leale collaborazione e la declinavo facendo cinque-sei esempi concreti». Insiste sul concetto di non essere un premier per tutte le stagioni: «L'ho dimostrato con i fatti che non sono un premier per tutte le stagioni, quando al Senato è stata ritirata la mozione di sfiducia, quindi concretamente mi è stata proposta una rinnovata stagione, l'ho rifiutata». Al momento, le stagioni sono due: dopo la Lega, il Pd. Rimarca poi la piena sintonia con Beppe Grillo: «Quello di Beppe Grillo è un intervento condivisibile per quanto riguarda l'impostazione, Grillo ha disegnato il futuro, ci invita a guardare in visione prospettica». Meno euforico su Luigi Di Maio: «Sono convinto che anche lui stia lavorando a questo progetto con entusiasmo».

Conte liquida la formula del contratto di governo, puntando su un programma condiviso: «Mi conforta il fatto che per le due forze politiche disponibili a sostenere questo progetto, abbiano molta consonanza nei punti programmatici. Confido che anche altre forze che hanno dato disponibilità potranno riconoscersi in questi punti programmatici». Infine due i passaggi del premier incaricato sul rapporto con l'Europa: «Mi piacerebbe molto che l'Italia possa dare un contributo critico per adeguare il patto di stabilità al nuovo ciclo economico e alla nuova prospettiva economica». E poi sul tema immigrazione riprende un vecchio slogan: «Chi sbarca in Italia sbarca in Europa, detto questo non sarebbe affatto saggio pensare che non occorra perseguire una politica seria e rigorosa sull'immigrazione. Per quanto l'attenzione dei media e quella internazionale è incentrata sul singolo caso di emergenza, il problema dell'immigrazione è più complesso e va seguito sin dai Paesi di orgine, dove nascono i flussi migratori, poi nei Paesi di transito e successivamente con il tema degli sbarchi, tra redistribuzione e rimpatri.

Ci sono dei pilastri che abbiamo già individuato: modificare il regolamento di Dublino, contrastare i traffici illeciti e lavorare sul meccanismo europeo».

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