Cronache

Firenze va in piazza contro i rom assassini. La rabbia della Lega

Salvini annuncia una visita. E il sindaco dem Nardella si sveglia: «Smantelleremo il campo»

Firenze va in piazza contro i rom assassini. La rabbia della Lega

Il giorno dopo la morte di Duccio Dini il 29enne fiorentino travolto da una vettura durante un inseguimento tra rom a tutta velocità e dopo le manifestazioni di rabbia dei cittadini, pericolosamente vicine a sfociare nella vendetta, sono almeno due gli effetti che la vicenda porta con sé. Da un lato la promessa di un interessamento del governo alla questione sicurezza in città, con il ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha annunciato una visita per definire maggiori interventi. Dall'altro lo smantellamento del campo nomadi del Poderaccio, da cui provengono gli assassini di Duccio. Ad annunciare quest'ultima iniziativa è stato il sindaco di Firenze, Dario Nardella: «Come abbiamo già fatto con il campo dell'Olmatello ha spiegato procederemo con il Poderaccio, dove abbiamo già demolito 30 abitazioni. Ho riunito la giunta e metterò a punto un piano per accelerare la demolizione».

Dello stesso parere anche la Regione Toscana, che ieri ha tenuto le bandiere listate a lutto: il governatore Enrico Rossi (lo stesso che nel 2014, in piena campagna elettorale, innescò una serie di polemiche postando su Facebook una sua foto in compagnia di una famiglia di nomadi) adesso ha proposto lo smantellamento del campo ma «con soluzioni abitative alternative. La via giusta è quella dell'accoglienza. L'odio razziale trasformerebbe la nostra regione in un Far West. Al momento, però, ciò che più si avvicina al Far West è proprio l'inseguimento in pieno giorno costato la vita a un 29enne che sabato stava andando al lavoro a bordo del suo scooter. Una tragedia che ha rischiato di sfociare in vendetta nella serata di lunedì, durante la manifestazione organizzata da Fratelli d'Italia sul luogo dell'incidente, cui hanno partecipato quasi 400 persone: un gruppetto ha provato a dirigersi verso il campo del Poderaccio, e solo il cordone di sicurezza delle forze dell'ordine ha impedito che la situazione degenerasse. La tensione è rimasta palpabile per tutta la serata, e non pochi hanno temuto che un crimine così odioso potesse vedere ripetersi episodi come quello di Macerata seguito all'omicidio di Pamela Mastropietro. Alla fine ha prevalso il buon senso, anche se la situazione resta piuttosto tesa. Il centrodestra fiorentino, che da sempre chiede lo smantellamento del campo, adesso rilancia: «Chiediamo che il Comune di Firenze faccia un check di tutti gli stranieri assegnatari di case popolari ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio regionale, Marco Stella (Forza Italia) - e nel caso risultino pregiudicati che si avviino le procedure per la revoca dell'alloggio».

Intanto le indagini della Procura fiorentina vanno avanti: oggi saranno interrogati i due rom arrestati per omicidio volontario, tutti con precedenti penali. Amet Remzi, 65 anni, ha precedenti di polizia per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, furto aggravato, violenza privata e sfruttamento della prostituzione. Mustafa Dehran, 36enne, è già noto per i reati di rapina, scippo, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. Un terzo uomo, 44 anni, denunciato a piede libero, ha precedenti di polizia per usura e furto. E mentre domani si terranno i funerali di Duccio Dini, in forma strettamente privata, a Firenze cresce l'esigenza di legalità.

Sulla vicenda ha preso posizione anche il presidente della Camera, Roberto Fico, che si è detto vicino alla famiglia di Duccio Dini ribadendo «l'impegno che lo Stato deve prendersi ad assicurare alla giustizia i responsabili della sua morte».

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