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Il sex toy della consigliera del Pd? Rimborsato come "cena di lavoro"

Grande imbarazzo tra i democratici per il vibratore acquistato dalla piddì Rita Moriconi. Che si difende: "Non l'ho comprato io"

Il sex toy della consigliera del Pd? Rimborsato come "cena di lavoro"

Il rimborso per il vibratore incluso tra le richieste della consigliera regionale dell'Emilia-Romagna Rita Moriconi sarebbe stato giustificato alla voce "per pranzo o cene di lavoro e hotel con amministratori locali su politiche regionali".

La notizia, riportata anche da fonti d'agenzia, è emersa dalla relazione della Guardia di Finanza di Bologna nell'ambito dell'inchiesta sui rimborsi regionali. Stando a quanto rivelato dal documento del nucleo felsineo delle Fiamme Gialle, il "sex toy" sarebbe stato acquistato il 29 novembre di quattro anni fa presso Bis Srl di Reggio Emilia. Il vibratore sarebbe inoltre stato rimborsato per due volte, prima con la ricevuta del pagamento bancomat in allegato e poi solamente con il documento fiscale. Entrambe le volte la spesa per cui è stato richiesto il rimborso era di 83,5 euro, per un totale di 167 euro.

Nei giorni scorsi la consigliera regionale del Pd si era difesa dicendosi certa di non aver mai fatto quell'acquisto, ma aggiugendo anche di "non poter escludere" che il vibratore fosse stato comprato da un collaboratore.

La Moriconi non ha però negato l'esistenza della contestazione, dichiarando che aveva "avuto modo di leggere un elenco di spese e c'è effettivamente una voce che non mi risulta, che non conosco e che non so cosa sia, è abbastanza confusa".

Contestualmente, però, aveva ribadito di non essere "mai stata" in un sexy shop, aggiungendo di aver intenzione di "chiarire appena possibile questa cosa molto brutta perché sui giornali ci sto andando con la mia faccia e non è divertente".

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