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«Fondi Ue e investimenti esteri Con noi la Calabria risorgerà»

Il numero due di Forza Italia: «Regione al collasso, va ridotta la distanza con Bruxelles. Soltanto il centrodestra lo può fare»

Pier Francesco Borgia

Milano È appena tornato a Bruxelles dopo un giro elettorale in Calabria al fianco di Jole Santelli. Da Bruxelles, dove presiede la Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo, la terra calabra appare agli occhi di Antonio Tajani ancora lontana. Troppo lontana. «Bisogna accorciare le distanze fra qui e lì», dice. La Calabria, dove il prossimo 26 gennaio si sceglierà il nuovo governo regionale, deve essere osservata in maniera differente. «È la nostra punta di diamante nel Mediterraneo - commenta il numero due di Forza Italia -. Una posizione strategica. Da lì si può far molto per rilanciare l'economia non solo calabrese».

Come ha trovato la Calabria?

«Una regione al collasso che ha bisogno di risorgere. Ho trovato soprattutto tanta gente che chiede un cambiamento sostanziale».

Cosa c'è che non va?

«Si può partire con la disoccupazione giovanile al 53%. Ma ovviamente c'è anche il peso di una burocrazia asfissiante, di una totale assenza di ammodernamento nelle infrastrutture».

E il reddito di cittadinanza non interviene almeno per lenire gli effetti di questa disoccupazione?

«L'assistenzialismo ha senso per le categorie deboli non certo per i giovani che chiedono lavoro non il reddito di cittadinanza».

Però l'immagine di un Sud che vive di assistenzialismo è dura da cancellare.

«Non dobbiamo dimenticare che il Sud ha dato e continua a dare la maggioranza delle donne e degli uomini delle Forze dell'ordine e delle Forze armate. Per non dire poi di quanto la Fiat si è arricchita grazie agli operai che dal Mezzogiorno salivano negli anni Sessanta a lavorare al Nord. Quello che manca al Sud è proprio un progetto ampio che rimetta l'economia al centro dello sviluppo e la meritocrazia come pietra angolare. Basta primari nominati dal Pd! In ospedale vogliamo soltanto i medici migliori».

Se il 26 gennaio vincerà il centrodestra quali saranno le prime mosse?

«Santelli ieri parlava delle infrastrutture e citava il caso di Gioia Tauro e del suo porto. Ci torno sopra perché è un caso emblematico. Basterebbe mettere mano a un organico sistema di trasporto intermodale per aiutare l'export della nostra produzione di qualità a basso prezzo e rendere la nostra economia competitiva».

All'interno della coalizione, quale il ruolo e il peso di Forza Italia in questa gara elettorale?

«Soprattutto in Calabria c'è la possibilità di un risultato straordinario per un partito, il nostro, che ha forti legami con il partito popolare europeo e che può garantire proprio con la Ue relazioni improntate su affidabilità e serietà».

Già nella campagna elettorale per le Europee Berlusconi aveva parlato del ruolo di Forza Italia come collante e garante di serietà.

«Dobbiamo fare in modo che i fondi europei non tornino indietro perché inutilizzati. Si potrebbero, a esempio, far confluire in un fondo unico, magari insieme con soldi di fondi di investimento, da cui attingere per start-up, nuove imprese. Insomma per rilanciare l'economia. Riusciremo anche ad attirare investimenti stranieri».

E l'allarme lanciato dal procuratore Gratteri? Cosa si potrà fare contro malavita e 'ndrangheta?

«Basterebbero regole certe, minor burocrazia e rilancio della piccola e media impresa.

Se l'economia gira si tagliano le gambe al malaffare».

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