Nessuno vuole alimentare polemiche o stressare i toni, anche a taccuini chiusi, né tantomeno lanciare ultimatum o spalancare fronti polemici. Dentro Forza Italia, però, una certa delusione circola per la possibile frenata governativa sulla separazione delle carriere. «Giorgia Meloni in questa fase vuole abbassare i toni, ma l'accordo prevedeva tre grandi riforme, una per partito, premierato per Fratelli d'Italia, autonomie per la Lega e giustizia per noi» dice un big azzurro. «É chiaro che la separazione delle carriere con la distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti è lo snodo che può restituire equilibrio e garanzie al sistema. Qualcosa in Consiglio dei ministri, il 20 o il 29 maggio, prima della pausa per le Europee andrà, ma non è ancora chiaro cosa, non lo abbiamo capito». E non si esclude a questo punto un rinvio dopo un passaggio chiarificatore.
Pacta sunt servanda, insomma, è questo il messaggio, pronunciato dagli azzurri e spedito verso Palazzo Chigi. Più affilato e muscolare, invece, l'approccio che si respira dalle parti della Lega con Matteo Salvini pronto a sfidare Giuseppe Conte a un confronto televisivo sulla materia, dopo che a La Spezia ha sparato a zero contro «una casta al di sopra di tutto», una magistratura che «da decenni impedisce qualsiasi tipo di intervento e di riforma».
In questa fase, con il caso dell'arresto del governatore Toti a incendiare gli animi, con i sospetti sulla tempistica lì a crepitare a fuoco neppure troppo lento, il premier Giorgia Meloni predica equilibrio e indossa i panni del pompiere. Sa bene che una riforma - soprattutto se firmata dal centrodestra - non otterrà mai il plauso dell'Associazione nazionale magistrati, ma la premier non vorrebbe impostarla seguendo lo schema del muro contro muro, piuttosto vuole tenere vivo un canale di dialogo. É stato precisamente questo l'incarico affidato a Carlo Nordio nella sua missione diplomatica a Palermo al congresso dell'Associazione Nazionale Magistrati.
L'idea è quella di ricercare il coinvolgimento di quella parte della magistratura che si mostra più dialogante. Il punto è comprendere se questa interlocuzione in prospettiva possa davvero prendere corpo. Forza Italia però vorrebbe vederci chiaro. La separazione delle carriere non è «un atto contro la magistratura, anzi, la separazione delle carriere dei magistrati è un modo per esaltare il ruolo del giudice terzo» dice il vicepremier, Antonio Tajani, a In Mezz'Ora.
«Bisogna andare avanti sul progetto di riforma perché abbiamo preso un impegno con gli elettori» e «noi rispetteremo il patto sottoscritto con chi ci ha votato». Secondo Tajani, «la separazione delle carriere è esaltare il ruolo del magistrato giudicante, mettere sullo stesso piano accusa e difesa. Sulla riforma si va avanti». E Maurizio Gasparri sottolinea che «per Forza Italia c'è una motivazione maggiore su questo tema. Ricordiamo bene le aggressioni giudiziarie al nostro leader Berlusconi.
E, purtroppo, abbiamo ancora oggi una Procura della Repubblica dove si pensa che Berlusconi e Dell'Utri abbiano ordito le stragi del '93. Ogni anno troppe persone vanno in galera e si rivelano innocenti. Il documento dell'Anm contro le riforme è una minaccia al Parlamento. Non facciamoci intimidire».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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