Politica

Forza Italia fa quadrato tra cautela e rabbia «Stupore, siamo garantisti»

RomaLa notizia delle manette al vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani scuote la politica. Berlusconi, appena arrivato a Roma per incontrare i suoi parlamentari, sgrana gli occhi: «Ci ha stupito molto questa inchiesta, di cui non sapevamo nulla. Francamente, conosciamo Mantovani come persona corretta, siamo in attesa di notizie». Il centrodestra è colpito ma resta cauto e soprattutto garantista. Anche Giovanni Toti si esprime così: «Non saprei cosa dire, resto garantista per Mantovani come per tutte le persone, vedremo. Spero che sappia e possa provare la sua innocenza», dice il governatore della Liguria; che poi aggiunge: «Le misure prese sono molto gravi, spero siano giustificabili fino in fondo. La detenzione in carcere è una misura che i magistrati non dovrebbero usare a cuor leggero».

Cautela e sorpresa anche per il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni: «Sono rimasto stupito dell'arresto del vicepresidente e assessore Mario Mantovani e mi auguro che sarà in grado di dimostrare la sua correttezza. Da quanto si apprende, la gran parte delle contestazioni che gli vengono rivolte sono estranee al suo incarico in Regione. Per quanto riguarda gli episodi che coinvolgono singole aziende sanitarie, ho già richiesto al segretario generale e al direttore generale della Salute di effettuare i necessari approfondimenti». Anche il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, l'alfaniano Raffaele Cattaneo, va coi piedi di piombo: «Sono ovviamente sorpreso e amareggiato dalla notizia ma siamo tutti in attesa di capire meglio il contenuto delle accuse». E il capogruppo di Forza Italia al Pirellone Claudio Pedrazzini rilancia: «Vicenda da approfondire in tutte le direzioni possibili».

Già, nell'ambito dell'inchiesta su Mantovani è indagato per turbativa d'asta anche l'assessore all'Economia del Pirellone, Massimo Garavaglia, ex parlamentare della Lega, che lamenta la sua più completa estraneità ai fatti. E su di lui Salvini mette la mano sul fuoco: «È pazzesco. Garavaglia, leghista onesto e concreto, è indagato (e sputtanato da stamattina) perché la sua colpa sarebbe di aver aiutato una associazione di volontariato del suo territorio, che trasporta malati e dializzati». E ancora: «Avrebbe quindi “truccato” un appalto, poi vinto da altri! Se aiutare (senza peraltro riuscirci) una associazione di volontariato è un reato, mi auto-denuncio anche io: arrestatemi!». La difesa di Mantovani, da parte del leader del Carroccio, è più tiepida: «Un altro paio di maniche sono le vicende dell'ex coordinatore di Forza Italia, Mario Mantovani, che non commento, di cui non mi permetto di dare giudizi».

Poi, a Radio Padania, parla di giudici: «Devo aver fiducia nella magistratura? In qualche magistrato sì, in qualche altro no e nel sistema della giustizia italiana ad orologeria men che meno». E comunque: «Nulla succede per caso. I fatti imputati all'assessore Mantovani, che non riguardano sostanzialmente Regione Lombardia, risalgono agli anni fra il 2012 e il 2014 e siamo a fine 2015. Lascio a voi ogni giudizio. Chi sbaglia paga. È pieno di ladri e corrotti, io farei un ripulisti e li terrei in galera il doppio del tempo se sono politici o funzionari pubblici».

Garantista pure Mariastella Gelmini: «L'indagine aperta dalla Procura milanese, che desta sorpresa, va seguita con rispetto, confidando che porti rapidamente all'accertamento della verità. L'auspicio di noi tutti è che Mantovani possa dimostrare la sua estraneità ai fatti. D'altra parte secondo la nostra Costituzione si è innocenti fino a sentenza definitiva e noi, diversamente dal Pd, non siamo garantisti a corrente alternata.

Una cosa è certa: il lavoro della Lombardia non può essere strumentalizzato e non deve essere interrotto, ma procedere all'insegna della trasparenza».

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