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Forza Italia fa quadrato: "I sindaci rispettino le leggi"

Tajani boccia i ribelli: «Non possono violare la norma» Il partito: «I paladini della Carta adesso la calpestano»

Forza Italia fa quadrato: "I sindaci rispettino le leggi"

«I sindaci devono rispettare le leggi e non possono violarle». Sulla ribellione dei sindaci contro il decreto sicurezza e le norme sui richiedenti asilo Forza Italia fa quadrato e si schiera convintamente con il governo. È Antonio Tajani a prendere posizione nel tardo pomeriggio, ma la sensibilità e l'attenzione verso un tema legato all'identità del centrodestra era già emersa attraverso molte dichiarazioni di esponenti azzurri, consapevoli che le prese di posizione di Leoluca Orlando e Luigi de Magistris regalano l'agenda politica alla Lega.

«La posizione presa da alcuni sindaci italiani di non voler applicare il decreto sicurezza è sbagliata e priva di fondamento giuridico. Paradossale che iniziative contro la Carta Costituzionale vengano promosse da chi si è mostrato paladino della Costituzione per anni, evidentemente solo a parole» scrivono in una nota congiunta Alessandro Cattaneo, Annagrazia Calabria, Matteo Perego e Giorgio Silli, ovvero il gruppo dei trenta-quarantenni azzurri sempre più attivi nel far sentire la propria voce. Così come protestano i sindaci di centrodestra, l'ascolano Guido Castelli in testa, ma anche quelli di Novara, Chieti, Venezia, Pisa e Genova, invitando l'Anci a una maggiore cautela e a un confronto interno.

Per Forza Italia è l'occasione per rivendicare la vicinanza politica alla Lega su battaglie realmente di centrodestra e ricordare come la bussola resta il programma presentato il 4 marzo agli elettori. Il più esplicito in questo senso è Galeazzo Bignami. «Nel programma del centrodestra, e quindi di Forza Italia, è scritto esattamente quello che è scritto nel dl sicurezza, che è legge dello Stato e deve essere rispettato. Nel programma di Forza Italia non è invece previsto di concedere a centinaia di migliaia di immigrati, che per altro non hanno mai versato un euro di tasse, un sussidio, ciò che invece avverrà con il reddito di cittadinanza».

Sì, perché il dritto e il rovescio della medaglia sono il Decreto Sicurezza e il reddito di cittadinanza senza cittadinanza. «In meno di 24 ore Di Maio ha cambiato già due versioni. Dall'elargizione del reddito di cittadinanza ai soli italiani ora dice che lo darà anche ai lungo-soggiornanti che hanno dato un grande contributo al Paese. Si inventa una categoria al giorno per nascondere la verità» dice Anna Maria Bernini. Il requisito «del grande contributo al Paese» viene criticato anche da Licia Ronzulli che si chiede se Di Maio si sia trasformato nel capo dello Stato, visto che dovrà individuare gli alti meriti necessari al conseguimento dell'assegno mensile. Maurizio Gasparri, invece, vede un filo rosso che lega esecutivo e sindaci di sinistra. «Basta con questa gara pro-immigrati. Il governo gialloverde gli dà il reddito di cittadinanza, i sindaci di sinistra vogliono disapplicare le leggi sulla sicurezza, non se ne può più».

Di certo per il centrodestra, archiviata la battaglia sulla manovra, l'attenzione si sposta sulle elezioni locali. Tra gennaio e maggio si voterà in quattro regioni (Basilicata, Abruzzo, Sardegna e Piemonte) e in oltre quattromila comuni. E si potrebbe ridisegnare la mappa politico-amministrativa del Paese. Il primo appuntamento è quello dell'Abruzzo, il 10 febbraio, dove il centrodestra schiera Marco Marsilio, esponente di Fratelli d'Italia.

Vincere con un candidato non della Lega rappresenterebbe un segnale importante di vitalità e di tenuta della coalizione.

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