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"Forza Italia non è una caserma E Toti si concentri sulla Liguria"

Il vice di Fi: «Uscire dal centrodestra significa tradire gli elettori, alleati della Lega ma a schiena diritta»

"Forza Italia non è una caserma E Toti si concentri sulla Liguria"

«L'Italia e l'Europa che vogliamo». Il titolo della kermesse azzurra di Viterbo, tra il 20 e il 22 settembre, fotografa un partito che definisce la propria identità, tra le correnti interne in fuga e gli assedi esterni della Lega in blu e del partito di Renzi. Ad aprire i lavori Antonio López-Isturiz, segretario generale del Ppe. A chiudere Silvio Berlusconi. E Antonio Tajani, vicepresidente del Ppe e di Fi, spiega: «Ragioniamo su che cosa ci chiedono gli italiani e se per risolvere i problemi, come noi siamo convinti, servono l'Europa e il Ppe».

Siete europeisti e antisovranisti ma alleati della Lega?

«Essere alleati non significa avere le stesse posizioni su tutto. Altrimenti saremmo per il partito unico e invece non lo siamo mai stati. A Viterbo declineremo la nostra adesione al Ppe e la nostra identità, legata al ceto medio e al pensiero liberale e cattolico- riformista».

E la cena degli antisalviniani con la Carfagna?

«La linea la dà Berlusconi ma Forza Italia non è mica una caserma: ognuno dà il proprio contributo, ben accetto. Io sono convinto che il nostro spazio sia nel centrodestra, dove rappresentiamo l'anima liberale e cattolico riformista. Uscirne significa tradire gli elettori».

Una parte di Fi però spinge per tessere rapporti con Renzi e col governo.

«Con Renzi è impossibile qualsiasi accordo, perché è stato segretario del Pd, è il centro del centrosinistra e sostiene un governo di cui noi siamo all'opposizione, anche se non distruttiva. In Europa non faremo la guerra a Gentiloni perché è del Pd: a Bruxelles si tutela l'interesse nazionale e non interessi di bottega».

Chi è il coordinatore del partito?

«Il partito lo guida Berlusconi. I coordinatori non ci sono più e c'è un comitato di coordinamento di cui fanno parte, oltre a me, Sestino Giacomoni e le due capogruppo di Camera e Senato, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini. Ma a Viterbo sono invitati tutti: chi viene può parlare o fare proposte scritte. Mai escluso nessuno».

Tra i protagonisti dei dibattiti ci sono i presidenti di Confindustria, Confagricoltura, Coldiretti. Puntate sulle imprese?

«Agricoltura, economia, invasione cinese, saranno tutti temi al centro e la risposta non può che essere europea».

Secondo lei è in corso un'invasione cinese?

«Non ci poniamo abbastanza il problema, eppure cercano di comprare porto di Trieste e di Palermo, esiste già l'accordo sulla Via della Seta. Viterbo è poco distante da Terni, capitale siderurgica, e noi siamo minacciati dalla Cina anche sull'acciaio».

E la politica migratoria?

«Avremo una tavola rotonda dedicata alla Africa, perché il problema si risolve in Africa, anche con gli investimenti. Affronteremo anche l'emergenza terrorismo, la galassia islamica e le ragioni del terrore».

Fi parteciperà alla manifestazione del 19 ottobre?

«L'invito è ben accetto ma bisogna parlare con gli alleati. Il centrodestra deve essere coeso e la coesione non si ottiene solo con le manifestazioni. Noi siamo a schiena diritta. Non può esserci una forza politica che decide e tutti seguono. Quando Berlusconi rappresentava la prima forza politica, consultava tutti prima di decidere».

Su referendum e legge elettorale?

«I nostri esperti stanno facendo valutazioni tecniche e gli organismi di partito prenderanno una decisione. Le leggi elettorali si fanno tutti insieme e un maggioritario all'inglese potrebbe non garantire la governabilità, così come un referendum rischia di essere bocciato dalla Consulta. Meglio una proposta di riforma del centrodestra, anche se l'attuale legge in fondo non è così malvagia».

A che punto sono gli accordi per le regionali?

«Abbiamo sempre mantenuto i patti e in Umbria sosterremo la candidata leghista. Per le altre candidature serve un tavolo. Noi siamo interessati alla Campania e alla Toscana. In Emilia Romagna il candidato sarà leghista e in Calabria sarà di Forza Italia, però anche sui nomi bisogna chiudere gli accordi».

E in Liguria? L'addio di Toti cambia qualcosa?

«In Liguria mi auguro che Toti si impegni a difendere il centrodestra: mi sembra molto distratto da altre cose e non possiamo permetterci di perdere la Liguria».

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