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Ma Forza Italia si è già rinnovata

Ma Forza Italia si è già rinnovata

Egregio direttore, approfitto della disponibilità da Lei gentilmente concessami per prendere posizione nell'ambito del vivace e stimolante dibattito in corso in Forza Italia. Sin dalla sua nascita, il nostro movimento è stato accusato di essere un partito di plastica, privo di libero confronto e carente di democrazia interna, un partito considerato ciclicamente in via di estinzione. Il dibattito scaturito negli ultimi giorni, attraverso la stampa (e, purtroppo, non negli organismi a ciò deputati) conferma esattamente il contrario. Sono convinta che il confronto fra opinioni e linee diverse sia segno di vitalità e vada fortemente incentivato. Tuttavia mi preme manifestare talune perplessità in ordine alle posizioni, legittime ma a mio avviso errate e fuorvianti, del collega Andrea Ruggieri che, sulle pagine de Il Foglio, riprese da Il Giornale, ha chiesto al nostro presidente Silvio Berlusconi di «osare», onde evitare una presunta ed impellente involuzione della sua creatura politica.

La condizione in cui si trova il partito deriva da una serie di eventi e circostanze tanto noti quanto controversi e limitanti per l'agibilità della nostra formazione politica e del nostro leader. Il nostro presidente - non lo dimentichiamo, «ultimo capo di governo democraticamente eletto» - nel 2011 veniva costretto alle dimissioni mediante quello che il filosofo tedesco Habermas definì «a quiet coup d'etat», avallato da cancellerie nemiche, alte istituzioni avversarie e circuiti mediatico/giudiziari a queste ultime compiacenti. A seguire, un dannoso governo tecnico ha promosso una legge, di dubbia costituzionalità, in applicazione della quale il nostro presidente - condannato con una sentenza ingiusta da un agguerrito plotone di esecuzione e a seguito di un processo senza prove concrete e animato da mero pregiudizio politico - è stato dapprima estromesso dal Senato e poi, per diversi anni, tenuto lontano dalle competizioni elettorali e privato del suo diritto all'elettorato passivo. Ciò ha impedito a milioni di elettori di esercitare il proprio diritto a votare e ad essere rappresentati dal loro leader politico.

Ciò nonostante, alle ultime elezioni, Forza Italia, con un programma fortemente innovativo e dalla chiara impronta liberale ha contribuito ed è stata determinante nel mettere in piedi una coalizione vincente, nel solco di un'alleanza che regge dal 1994, che ha sforato il 40 per cento e che per poche decine di migliaia di voti non ha ottenuto la maggioranza dei seggi necessari a dar vita un governo di centrodestra, l'unico che avrebbe potuto considerarsi legittimato dal voto popolare. In tema di rinnovamento, invece, mi rivolgo ancora ad Andrea Ruggieri, spiace constatare la inesattezza delle tue doglianze. Gli attuali gruppi parlamentari di Forza Italia sono composti per il 70% da neoeletti senza considerare, una volta formate le nuove Camere, la ventata di novità arrivata con la nomina di due donne capaci e di esperienza, come Maria Stella Gelmini ed Anna Maria Bernini al vertice dei gruppi e di altre due donne azzurre, come Elisabetta Alberti Casellati e Mara Carfagna, ai vertici delle Camere. Per quanto attiene il potere decisionale all'interno del movimento, chiunque viva attivamente la vita parlamentare, non può non essersi avveduto che qualsiasi scelta passa attraverso i gruppi parlamentari, discussa e approvata da tutti noi.

Dunque, a mio avviso, davvero non si comprende cos'altro Silvio Berlusconi avrebbe potuto fare per non mancare all'appuntamento della novità e della discontinuità che gli Italiani hanno richiesto a gran voce. Ritengo che in questo frangente, che ci vede all'opposizione, ciò cui siamo chiamati noi eletti, iscritti e simpatizzanti di Forza Italia, è di evitare sterili polemiche, peraltro dannose specie quando il centrodestra nelle sue diverse articolazioni vince e convince ogni sfida elettorale. Abbiamo un leader incontrastato e ciò rappresenta un vantaggio che va sfruttato a nostro favore di fronte a partiti, anche tradizionali, in grave carenza di leadership oltre che di contenuti. Lavoriamo quindi tutti pancia a terra per radicarci ancor di più nei territori e risventolare quella bandiera di libertà che, a venticinque anni di distanza, non ha bisogno di essere rinnovata ma solo di essere issata con più vigore e convinzione anche da parte di chi - dietro una formale richiesta di discontinuità - gioca allo sfascio di una storia che invece va rispettata, tutelata e preservata. Lo dobbiamo a chi ci ha consentito, con generosità e fiducia, di essere fedeli e privilegiati esecutori di un ideale che resta più vivo ed attuale che mai.

di Marta Fascina,
deputata di Forza Italia

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