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Forza Italia unita: solo così possiamo cambiare l'Italia

Non è tempo di ulteriori mediazioni. La riunione congiunta dei gruppi parlamentari di Forza Italia serve a mettere un punto alla trattativa interna. Il messaggio spedito da Silvio Berlusconi è chiaro: decido io, quello che andrà in scena al Senato sarà un voto di fiducia sulla mia persona. In sostanza chi non sta con me adesso, è contro di me. Senza se e senza ma. Un esercizio di leadership che non azzera le perplessità dei fautori del Senato elettivo, ma ricompatta il partito e disinnesca il pericolo di un voto in ordine sparso.

La riunione inizia con oltre quaranta minuti di ritardo. Una assemblea quella che si tiene nella sede del partito a Piazza San Lorenzo in Lucina, nella quale non viene aperto il dibattito, ma vengono comunque analizzate a una a una le obiezioni avanzate dai parlamentari. La sintesi del leader è chiara: condivido diversi vostri punti di vista, ma purtroppo non abbiamo vinto le elezioni e non possiamo imporre un nostro disegno di legge, possiamo contribuire a migliorare quello del Pd e questo è stato fatto. Gli applausi della platea scandiscono l'intervento di Berlusconi. Se sull'invito all'unità e sulla richiesta di manifestargli fiducia dopo 20 anni in cui è stato sempre lui a metterci la faccia il consenso è unanime, sulla necessità di onorare in toto il Patto del Nazareno le perplessità di alcuni resistono.

Berlusconi offre un doppio riconoscimento ai due presidenti dei gruppi. Prima loda il capogruppo al Senato, Paolo Romani per aver condotto un buon negoziato e aver contribuito a migliorare il testo, poi spende parole di stima per Renato Brunetta, il presidente dei deputati azzurri, per l'opposizione condotta sul fronte delle misure economiche. «Non è un momento facile, ma il nostro presidente è sempre il migliore, Forza Italia ce la farà! Avanti con le Riforme» scrive su Twitter Mariastella Gelmini, vice presidente vicario di Forza Italia alla Camera. L'invito all'unità che Silvio Berlusconi ha rivolto ai suoi è anche perché Forza Italia abbia «maggior peso politico in questa fase» spiega Maurizio Gasparri al termine della riunione. E Annamaria Bernini annuncia che «Forza Italia farà la propria parte, consegnando ancora una volta (già lo facemmo nel 2005) all'Italia quella riforma istituzionale che da troppi anni attende, ma sbarrando la strada, da oppositori seri, alle spericolate politiche economiche tutte tassa e spendi del governo Renzi». Diversi senatori, comunque, consigliano a Berlusconi di continuare la mediazione e la sua moral suasion sui dubbiosi, in questa finestra temporale di oltre una settimana che i lavori parlamentari offrono prima del voto finale sulle riforme al Senato. È ciò che avviene con Augusto Minzolini che lascia la sede del partito fermo nella sua opposizione al ddl Boschi, inseguito per una legge del contrappasso rispetto al suo passato da cronista da taccuini e telecamere. Passati pochi minuti, però, Minzolini viene chiamato al telefono: «Augusto torna qui, dobbiamo parlare». L'ex direttore del Tg1 appare comunque determinato a presentare ben 34 emendamenti al testo.

Resta da vedere cosa faranno gli altri «dissidenti» che oggi potrebbero ritrovarsi in una riunione. Sotto i riflettori ci sono soprattutto i campani e i pugliesi di Raffaele Fitto, assente in quanto europarlamentare. Il dirigente pugliese per ora si tiene sulle generali. «Ho espresso con lealtà e chiarezza al presidente Berlusconi dubbi sul merito delle questioni a partire dalle modalità di elezione del Senato».

L'impressione, comunque, è che la riunione di ieri, pur senza azzerare i malumori e raggiungere una impossibile unanimità, abbia contribuito a ricompattare il partito e a convincere diversi parlamentari ancora incerti.

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