Cronache

Fotografato l'orso in fuga Per i giudici si può uccidere

L'animale immortalato da una fototrappola nel bosco La Consulta: «Legittima la legge sugli abbattimenti»

Fotografato l'orso in fuga Per i giudici si può uccidere

Uccidere un orso, in caso di necessità, non è contrario alla nostra Costituzione. Ed è di competenza della Provincia. M49, il plantigrado più famoso d'Italia è ancora in fuga, ignaro sia dell'attenzione scatenata dalla sua evasione sia del fatto che è in atto uno scontro istituzionale sul suo destino per il quale si sono mobilitate associazioni animaliste e pure un ministro, quello dell'Ambiente, Sergio Costa.

Inconsapevole anche del fatto che persino sulla sua sorte, come su tutto il resto, i giallo verdi, alleati per mancanza di prove, si sono divisi. Da un lato il pentastellato ministro Costa, che intima «non sparate» dall'altro il governatore leghista della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che invece vuole abbatterlo.

Ora a mettere fine alla querelle è intervenuta la Corte Costituzionale che era stata chiamata in causa da due ricorsi presentati dal Presidente del Consiglio che contestavano la legittimità della normativa sull'uccisione di orsi e lupi emanata dalle province autonome di Trento e Bolzano.

La Consulta in sostanza dà il via libera «ad adottare provvedimenti riguardanti il prelievo, la cattura e l'eventuale uccisione degli orsi e dei lupi, quando ricorrano le condizioni previste dalla normativa di derivazione europea in materia di conservazione degli habitat naturali». É lecito intervenire quando l'obiettivo dell'abbattimento è «diretto a prevenire danni gravi alle colture, all'allevamento e a garantire la sicurezza pubblica, quando non esista altra soluzione valida, ed è subordinato al parere preventivo dell'Ispra (l'Istituto di protezione dell'ambiente ndr). Tutte queste materie, concludono i giudici costituzionali rientrano nelle competenze delle Province autonome.

M49 intanto scorrazza libero per i boschi della Marzola in Trentino dove ieri mattina alle ore 9,29 è stato immortalato da una fototrappola. Sul posto si è immediatamente recato il personale forestale per assicurare il monitoraggio dei movimenti dell'animale. L'orso era fuggito dal recinto del centro faunistico del Casteller, a Trento Sud, il giorno prima. Anche le modalità della sua fuga avevano suscitato le critiche degli ambientalisti, Lipu e Wwf, che in una nota avevano denunciato «l'incompetenza e la strumentalizzazione sulla fuga dell'orso», sottolineando che «gli orsi non volano» e che dunque il recinto elettrificato evidentemente non aveva funzionato come avrebbe dovuto altrimenti l'orso non sarebbe fuggito.

E mentre la Protezione animali (Oipa) diffida la Provincia di Trento chiedendo di revocare l'ordine di esecuzione Coldiretti invece si dice d'accordo con la legge di Trento e Bolzano visto che «nell'ultimo anno in Trentino ci sono stati 222 attacchi da parte di orsi e lupi a coltivazioni, alveari, greggi e mandrie che hanno colpito pecore, vitelli, mucche e asini, anche all'interno delle aziende vicino agli alloggi degli agricoltori o nei pressi dei centri abitati».

Per Coldiretti le istituzioni devono agire in una «situazione fuori controllo» perché «la resistenza di chi lavora e vive sul territorio è ormai al limite considerato che in Trentino ci sono quasi 70 orsi fra cui il pericoloso M49 che negli ultimi quattro mesi del 2019 è stato protagonista di 16 tentativi di intrusione in zone abitate e 13 uccisioni di animali da allevamento».

E non c'è soltanto M49 a preoccupare gli agricoltori perché, prosegue Coldiretti «in circolazione ci sono poi 7 branchi di lupi o ibridi che mettono a rischio anche l'integrità genetica della specie».

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