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Francesco a sorpresa visita i terremotati: non volevo dar fastidio

Il Papa nelle scuole, poi prega nella zona rossa: «Coraggio, i tempi cambieranno»

Serena Sartini

L'immagine di Papa Francesco che prega, da solo, davanti alle macerie, resterà nella storia. Jorge Mario Bergoglio si è recato a sorpresa nelle zone colpite dal terribile sisma che ha piegato l'Italia centrale nella notte del 24 agosto scorso. Promessa mantenuta. Il Pontefice, infatti, aveva annunciato la sua intenzione di incontrare i terremotati già all'Angelus del 28 agosto: «Appena possibile anche io spero di venire a trovarvi, per portarvi di persona il conforto della fede, l'abbraccio di padre e fratello e il sostegno della speranza cristiana» aveva detto.

E ieri il Papa, nel giorno della festa di San Francesco, ha abbracciato la popolazione che ancora piange i morti; ha ascoltato le storie di dolore e disperazione di chi ha perso tutto: affetti, casa, lavoro. Oltre sei ore per visitare Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, San Pellegrino di Norcia. Una visita compiuta «privatamente, da solo, come sacerdote», aveva detto domenica facendo ritorno dall'Azerbaijan. E così è stato. La prima tappa alla scuola «Romolo Capranica», allestita in tempi record dai volontari e dai membri della Protezione Civile in un container, dove Bergoglio ha salutato i bambini delle elementari, alcuni maestri e la preside. I più piccoli hanno voluto regalare al Papa alcuni disegnati realizzati dopo il sisma.

«Ho pensato bene, nei primi giorni di questi tanti dolori ha detto Bergoglio accolto tra gli applausi e l'emozione degli sfollati che la mia visita, forse, era più un ingombro che un aiuto e non volevo dare fastidio. Per questo ho lasciato passare un po' di tempo affinché si sistemassero alcune cose, come la scuola. Ma dal primo momento ho sentito che dovevo venire da voi! Semplicemente per dire che vi sono vicino, che vi sono vicino ha aggiunto e che prego, prego per voi! Vicinanza e preghiera, questa è la mia offerta a voi». Infine la benedizione: «Che la Madonna vi custodisca in questo momento di tristezza e dolore e di prova». Dopo aver pregato l'Ave Maria insieme ai terremotati, Francesco li ha incoraggiati: «Andiamo avanti, sempre c'è un futuro. Ci sono tanti cari che ci hanno lasciato, che sono caduti qui, sotto le macerie. Avanti, coraggio, e aiutarsi gli uni gli altri. Si cammina meglio insieme, da soli non si va. Avanti».

Poi il momento più toccante della giornata, l'ingresso nella zona rossa. Qui il Papa si è fermato a lungo, in silenzio, in preghiera. Gli occhi socchiusi, il capo chino, lo sguardo fisso verso il cumulo di macerie dove hanno perso la vita decine e decine di uomini, donne, bambini. Successivamente, Bergoglio ha incontrato gli ammalati della residenza sanitaria San Raffaele a Borbona. Qui, ha salutato e pranzato con 60 pazienti, tra cui molti anziani sfollati. Nel pomeriggio, è arrivato ad Accumoli, dove ha pregato davanti alla chiesa di San Francesco completamente distrutta. E poi ancora, a bordo di una golf, si è recato ad Arquata e Pescara del Tronto. La giornata si è conclusa con la visita in Umbria, a San Pellegrino di Norcia, dove il Papa ha pregato ancora una volta davanti alla chiesa sventrata. Poco prima del suo arrivo era stata avvertita una nuova scossa di magnitudo 3.6.

«Non è stata una visita alle macerie, ma alle persone» ha commentato il vescovo di Rieti Domenico Pompili.

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