Cronaca giudiziaria

Frode in università, indagato Scotti

Arresti domiciliari all'ex prorettore della Link, Medaglia. Beni sequestrati all'ex ministro

Frode in università, indagato Scotti

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Non c'è pace per Vincenzo Scotti, potente ministro democristiano nella Prima Repubblica, che all'alba dei 93 anni si vede sequestrare fino all'ultimo euro. E non c'è pace per la Link Campus, l'università telematica romana presieduta da Scotti fino al 2019, già assurta alle cronache per gli esami «addomesticati» ai poliziotti iscritti al sindacato Siulp, poi investita dal giallo della scomparsa nel nulla del suo professore Andrea Mifsud, e ora colpita da un sequestro multimilionario chiesto dalla Procura di Roma. Dietro, un giro colossale di improbabili corsi di formazione venduti a aziende interessate solo a scaricare spese dai bilanci.

Ieri, dopo che il comunicato della Guardia di finanza arriva sui siti online, la Links si affretta a ricordare che i reati di cui si parla riguardano la gestione precedente, quella dell'era Scotti, e che oggi l'ateneo ha «un nuovo presidente, un nuovo rettore, un nuovo direttore generale». Peccato che tra gli indagati dell'inchiesta romana ci sia anche Pietro Luigi Polidori, attuale presidente della Link, figlio del fondatore del Cepu Francesco Polidori, che nel 2020 ha preso il controllo dell'università (e che nel 2021 è stato arrestato per bancarotta di una sua azienda).

Una certa continuità, negli affari della Link, appare dunque nelle carte. E una certa costanza anche nella passione per i falsi. Come erano falsi gli esami per i poliziotti iscritti al Siulp, così erano falsi i corsi di formazione dagli argomenti assai vaghi che la Link vendeva alle aziende. D'altronde l'inchiesta che ieri porta agli arresti domiciliari Carlo Maria Medaglia, ex ricercatore della Link, e la sua collaboratrice Erika Priori nasce proprio dall'indagine di Firenze sugli esami facili dei poliziotti iscritti all'università, che si vedevano anticipare dal sindacato i temi di esame. E tra gli indagati c'è quel Pasquale Russo, segretario della Link, il cui nome compare anche nelle carte fiorentine come socio della «Fondazione Sicurezza e Libertà», emanazione del Siulp, utilizzata anch'essa per corsi di formazione esistenti solo sulla carta.

Il ruolo di Vincenzo Scotti, nella resistibile ascesa della Link Campus, era apparso finora quello del grande tessitore di rapporti, del garante di relazioni con il «sistema Stato» utilizzato per dare prestigio e iscritti all'università. É sotto la presidenza di Scotti che la Link diventa l'ateneo di riferimento della classe dirigente del Movimento 5 Stelle, che vede laureare qui numerosi dei suoi dirigenti. Ma nell'ordinanza di arresti e di sequestri patrimoniali disposta dal giudice romano Mara Mattioli a Scotti viene contestato un ruolo diretto e specifico in due capi di imputazione, che porta a disporre il sequestro di 3,580 milioni di euro all'ex ministro in concorso con Polidori e Medaglia. Quattro milioni e mezzo vengono sequestrati a Pasquale Russo, che oltre a essere segretario della Link era a capo del Criss (Consortium for research on intelligence and security service), emanazione della Link, altra scatola destinata a produrre e fatturare corsi farlocchi.

Ventinove in tutto gli indagati, ventiquattro milioni di euro in sequestro, al centro c'è la normativa che garantisce un generoso 50 per cento di credito di imposta sui fondi spesi dalle aziende che investono in ricerca e sviluppo. E che grazie alla Link sottraevano milioni di euro allo Stato.

Tra i clienti, il gruppo Defendini di Torino, marchio storico dei recapiti e della logistica: i pasticci con la Link non bastano a salvarlo, e l'anno scorso va gambe all'aria.

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